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Inter, con l’Eintracht mostrata a lungo personalità: ma il problema dei nerazzurri è…

Questa l'analisi della Rosea

Marco Astori

Uno 0-0 che può far sorridere, considerata la seconda frazione di gioco, quello dell'Inter a Francoforte. I nerazzurri giocano un buonissimo primo tempo, per poi calare vistosamente nella ripresa. Questa l'analisi de La Gazzetta dello Sport: "L’Inter non torna ammaccata dalla capitale della finanza europea, però adesso deve soltanto vincere, dato che lo 0-0 fino ai rigori non è pianificabile, è rischioso, se viene lo si accetta ma non lo si cerca. E visto come è finita con la Lazio in Coppa Italia, o anche ieri sera, non sarebbe un bel regalo. L’allenatore ha una settimana di tempo per trovare un attaccante, perché Lautaro sarà squalificato, Keita è fuori da due mesi e su Icardi si sa tutto. Come pensa di agire Spalletti? «Servirà fortuna». Ecco. Fra l’altro anche Perisic è uscito malconcio, anche se sembra soltanto un affaticamento. Questo è il primo 0-0 della stagione in trasferta. Eppure sembra un’occasione mancata: l’Inter può anche dispiacersi di aver fermato il migliore attacco del torneo, perché non riesce a colpirlo. Doveva farlo quando è superiore nel primo tempo; poi perde energia e forza offensiva nel secondo, resta imbattuta anche grazie ad Handanovic (niente miracoli ma sicurezza in ogni situazione), De Vrij e Skriniar, mentre sui lati difensivi con D’Ambrosio e Asamoah ci sono sempre le finestre aperte. Ma la prima raccomandazione quando si gioca in trasferta nell’eliminazione diretta è quella di trovare una rete. L’Inter avrebbe subito l’opportunità per togliersi questo pensiero e adeguarsi al luogo comune. Delle quattro chance iniziali, la più limpida è il rigore che Lautaro Martinez lucra quando sente il contatto minimo di Fernandes. Dopo lungo conciliabolo tocca a Brozovic girare il destino, però Trapp gli devia il tiro.

L’Inter aveva perso sei degli ultimi otto match europei in trasferta, però l’ultimo è stato un successo, a Vienna, con un solo gol. Su rigore, ma di Lautaro. Che stavolta non viene incaricato del tiro e per la frustrazione, forse, si fa ammonire dieci minuti dopo per un fallo evitabile a centrocampo. Fuori lui al ritorno, fuori Asamoah. Se si potessero lasciare da parte questi difetti di conclusione, andrebbe sottolineato come l’Inter mostri a lungo personalità, riesca a non farsi sottomettere. Il problema nerazzurro è quello di uscire dal pressing altissimo; l’Eintracht campa spesso sugli errori altrui nella propria trequarti e non su chance costruite con tecnica e logica, vedi anche il tuffo di Handanovic su Jovic all’87’. Però una volta scardinate la marcature a uomo fin nella propria area, la banda di Spalletti ha spazio per distendersi, sa entrare dai lati soprattutto con Politano, fa fluire il gioco anche con Borja Valero; costringe così l’Eintracht al fallo, ne denuda la pochezza tecnica di troppi attori. Poi si ritrae, resta comunque abbastanza corta (36,4 metri), chiude con il 5-4-1, con Cedric al posto di Borja. L’Inter non riesce nel secondo tempo a ribaltare il campo, a far nascere un contropiede utile. Martinez fatica a tenere palla, a far salire. E la stanchezza porta a chiusure affannose".

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