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Jonk: “Bergkamp no alla Juve per l’Inter. Sosa? Pensava solo a se stesso. Un giorno i tifosi…”

L'ex giocatore di inter e Psv ha parlato della sfida di questa sera

Andrea Della Sala

L'Inter affronterà questa sera il Psv nel secondo turno della fase a gironi della Champions League. Tra gli ex delle due squadre c'è anche Wim Jonk, centrocampista che in nerazzurro ha vinto una Coppa Uefa. Jonk lasciò l'Inter nel 1995 proprio per tornare in Olanda e giocare col Psv:

INTER - "Quando ci fu il contatto, a ottobre-novembre, sembrava che l'allenatore dovesse saltare, più tardi i risultati migliorarono e l'Inter mise in fila un bel filotto, così decisero di tenere l'allenatore. L'intenzione, venendo a Milano, era di giocare a calcio in modo offensivo, ma in pratica non ha funzionato. È stato un grande momento di apprendimento, è un approccio diverso al calcio, molto più professionale e difensivo. Non c'era stabilità, c'era stato un cambio di allenatore, c'erano molti disordini e molta pressione su Bergkamp e me, siamo stati paragonati a Van Basten, Gullit e Rijkaard del Milan. L'Inter è un club fantastico con tifosi incredibilmente fedeli, ma c'era anche un sacco di negatività nel club. Ricordo quel giorno in cui sono arrivati i tifosi. A un certo punto siamo stati fermati e non abbiamo più potuto proseguire il nostro allenamento, siamo stati bersagliati dai nostri stessi tifosi, è la passione di quei tifosi, sono italiani emotivi, sia in positivo che in negativo".

BERGKAMP - " Bergkamp non si decise fino all'ultimo. Aveva la possibilità di scegliere tra tanti club e all'ultimo scelse di non andare alla Juve, ma all'Inter. Dennis era il migliore in un sistema offensivo e abbiamo giocato con due attaccanti, è stato un grande aggiustamento per lui, ma è stato giudicato in base al numero di gol segnati. Ruben Sosa? Un ottimo calciatore, ma un individualista che si preoccupava principalmente di se stesso". 

COPPA UEFA - "Questa competizione è stata molto più importante per l'Inter, motivo per cui è ancora sentita molto oggi, c'è stata meno pressione in Europa. Siamo stati in grado di giocare molto apertamente e questo si è tradotto in buoni risultati. La pressione era enorme. Perché abbiamo giocato molto male e la Coppa UEFA ha dovuto salvare la stagione. Si potrebbe dire tutto. Avevamo giocato grandi partite contro Borussia Dortmund e una lotta titanica contro il Cagliari. Si andava in Europa ed era il momento migliore per l'Inter E la vittoria in finale è stata ovviamente la ciliegina sulla torta".

BIANCHI - "Il secondo anno è andato molto bene con il nuovo allenatore nella preparazione, abbiamo giocato con meno pressione e questo ha aiutato il nostro gioco. Ma la prima partita casalinga contro l'AS Roma abbiamo perso subito 1-0, quindi la pressione è tornata, sono stati fatti degli aggiustamenti, e poi è diventata un'altra stagione. Dopo alcune partite pensavo: non ho fatto molto, ma abbiamo vinto e il risultato è sacro, se le partite non si vedono, ma c'è una vittoria, i tifosi sono soddisfatti". 

PSV - "A un certo punto della carriera mi sono chiesto: 'Ho ancora un anno?' Ho guardato avanti ho scelto la parte sportiva e non i soldi. Al Psv ho vissuto un gran periodo in bellissimo club. Con Advocaat come tecnico e un gruppo forte che doveva crescere. Abbiamo messo in difficoltà l'Ajax, la migliore in Europa, e siamo diventati campioni nel 1997". 

CHAMPIONS - "L'Inter attuale non sembra raffinata o così creativa. Ma sono solidi e molto italiani, hanno vinto col Tottenham con un po' di fortuna. Il Psv deve essere a conoscenza che non avrà tutto lo spazio che gli ha concesso l'Ajax, ma avrà delle possibilità, dovrà sfruttare quelle due-tre occasioni che gli capiteranno per segnare. Sono fiducioso, ma l'Inter ha giocatori come Icardi, Candreva e Perisic che possono essere molto pericolosi".

(VZ.nl)

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