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Kondogbia: “Soffro perché non gioco come vorrei. Discusso con De Boer ma per chiarire”

Giovanni Montopoli

Lunga intervista del centrocapista francese, Geoffrey Kondogbia, rilasciata all'Equipe

Geoffrey Kondogbia, probabilmente l’elemento più in difficoltà dell’Inter in questo momento, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni dell’Equipe per spiegare il suo stato d’animo. Questa l'intervista completa del centrocampista francese.

L’inizio all’Inter non è stato dei più felici, eufemisticamente, cosa ci può dire? È il momento più difficile della sua carriera?

"Da un punto di vista personale è la prova più dura, lo confermo, perché gioco meno"

Ti senti imbavagliato?

"La cosa che mi fa soffrire di più è che non riesco ad esprimermi e a giocare a calcio".

Cosa è successo quando sei uscito anzitempo contro il Bologna?

"Uscire al 28° non capita a tutti giocatori, è un episodio singolare, abbiamo discusso abbastanza, non gli ho detto tutto quello che mi dava fastidio, però abbiamo parlato, ognuno ha i suoi punti di vista"

De Boer ha detto che quando un giocatore non capisce le direttive non deve stare in campo, per questo ti ha levato, come hai vissuto questo commento di De Boer?

"Non voglio gettare ulteriore benzina sul fuoco"

Sei deluso?

!No, deluso no, abbiamo cercato di chiarire, abbiamo parlato, tuttavia andiamo avanti!

Credi sia stato ingiusto farti uscire?

"Ho avuto il mio risentimento nei suoi confronti, abbiamo chiarito, ma non voglio fare polemiche"

Ne ha risentito la tua immagine di questa situazione?

"Le persone che mi conoscono nel quotidiano sanno bene come sono. No, questo episodio non ha provocato danni alla mia immagine"

Da ragazzino è vero che non volevi giocare a calcio

"Vero, ci giocavo solo a volte durante la settimana, non mi faceva impazzire"

Tuo padre ti ha fatto prendere lezioni per farti iniziare a giocare e tu non volevi giocare, è vero?

"si vero, ma non ero propenso ad allenarmi"

Hai lasciato casa a 11 anni e sei andato a giocare fuori, giusto?

"Si, sono andato via di casa a 11 anni e ho convinto mio padre nonostante non avessi fatto tutti gli allenamenti che mi aveva pagato. È stata dura all’inizio, ero solo, poi ci si abitua. Sapevo che ero andato via per diventare un professionista. Avevo già in mente di diventare un giocatore professionista"

Come si resiste nel mondo del calcio in generale?

"Ci vuole personalità, non bisogna essere falsi, bisogna essere quello che si è"

Nel mondo del calcio bisogna stare a galla mediaticamente?

"Io sono naturale, potrei provarci a stare sui media, ma poi tornerei ad essere me stesso"

Non sei come Pogba quindi?

"No, no, io sono più discreto"

Stai facendo un bilancio dei prossimi mesi in Italia? Sei ottimista?

"Bisogna esserlo, e anche realisti. Bisogna invertire la tendenza"

Se le cose non cambiano? Pensi di partire a gennaio?

"Non sono di questo avviso, voglio giocare per prendere confidenza, però certo che se non cambia niente…per ora però la partenza è impensabile, voglio giocare qui"

Dovrai giocare anche per la Francia?

"Si, avevo delle buone sensazioni per settembre, la coppa del mondo è il mio obiettivo principale, devo essere positivo, invertire la tenenza, nel calcio può cambiare tutto in una settimana"