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GdS – L’Inter non è matura: a Roma due problemi. Lukaku? Un lingotto come fermacarte. Kanté era la ‘torta’

Alessandro De Felice

L'analisi del quotidiano sportivo dopo il pari all'Olimpico tra la formazione di Antonio Conte e la Lazio di Simone Inzaghi

"Molto prima della bellezza, serve la piena maturità e l’Inter a Roma ha dimostrato di non averla ancora conquistata". È l'analisi della Gazzetta dello Sport il giorno dopo la sfida all'Olimpico tra i nerazzurri e la Lazio.

La Rosea prosegue: "Questa volta Conte non dirà di essersi divertito. Due punti buttati via. Primo posto lasciato all’Atalanta, che la bellezza l’ha trovata da tempo, e al Milan che, dopo la sosta, giocherà il derby in posizione di superiorità, come da un po’ non gli capitava [...]. Eppure il primo tempo dei nerazzurri aveva lasciato l’impressione esattamente contraria, cioè un passo avanti nel processo di maturazione".

Il quotidiano spiega, inoltre, quali sono stati i problemi della formazione di Antonio Conte nella gara contro i biancocelesti: "Hakimi, temutissimo, è stato arginato bene e, dopo un avvio promettente, non ha speso il suo scatto straripante come a Benevento. Ma soprattutto perché è mancata la rifinitura e a Lukaku sono arrivati quasi solo palloni spalle alla porta".

E proprio sull'attaccante belga, La Gazzetta aggiunge: "L’Atalanta ha principi e modulo simili, ma Zapata è messo spesso nelle condizioni di correre verso la porta. Ieri Lukaku, quasi mai. Pochissimi suggerimenti verticali anche quando, con l’Inter in vantaggio, avrebbe potuto dilagare in spazi aperti. Gli hanno scaricato mille palloni tra i piedi chiedendogli di ripulirli e scaricarli indietro. Ma così Big Rom è sprecato. Come avere un lingotto d’oro e usarlo come fermacarte".

Kanté poteva essere il vero colpo per una squadra che ha bisogno di uno con le sue caratteristiche: "Per produrre la bellezza che pretende Conte, forse è opportuno che un lato del triangolo sia occupato da chi sa dettare in verticale (Brozovic, Sensi) o imbeccare da trequartista (Eriksen). Kantè-Barella alla base, con Vidal (Eriksen) vertice alto sarebbe stato l’ideale. In questa Inter non c’è uno dalle caratteristiche di Kanté: sarebbe stato la torta, non la ciliegina. Che poi Eriksen non sia entrato nei 5 cambi, neppure in superiorità numerica, fa riflettere".