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Mono Burgos: “Allenare l’Atletico? Mi piacerebbe. Io e Simeone in simbiosi, lui vive…”

L'intervista del Mundo al vice allenatore di Simeone

Sabine Bertagna

Non si nasconde Mono Burgos, il secondo di Diego Pablo Simeone: un giorno l'Atletico Madrid lo allenerebbe molto volentieri ("mi piacerebbe inevitabilmente"). L'argentino si è raccontato in una lunga intervista a El Mundo e ha parlato tantissimo anche del Cholo: "Da quando lo conosco? Credo da tutta la vita. Siamo insieme da otto anni. Atletico Madrid. Io alzo lo sguardo e so cosa sta per dire, perché è preoccupato. E lui la stessa cosa Mono con me. E' una simbiosi importante. Il ruolo di primo e secondo allenatore è come quei duetti nei film di successo. Robert De Niro e Joe Pesci..." O come Bud Spencer e Terence Hill... "Esattamente... [ride] Guarda, siamo entrambi volitivi. Ma il mio ruolo è quello di bilanciare. Liberarlo dai dubbi, dalle ansie. Non ho alcun dubbio. Mai. Quando si va avanti con la verità non c'è dubbio che regga. Il mio ruolo è quello di dire la verità: sono per far giocare questo, questo e questo."

C'è qualcosa di speciale nell'appartenere all'Atletico? "Ho capito cosa fosse l'Atletico quando ero a Maiorca. Guardo la partita Leganes-Atletico Madrid. E vedo la gente venuta da Butarque con un diluvio incredibile. E mi ha dato la pelle d'oca [solleva la manica maglione: ha la pelle d'oca]. E guardando la TV mi sono detto: "Voglio giocare cosììì" ... I nostri tifosi hanno incoraggiato la squadra, anche se stava perdendo".

2014. Lisbona. 93' minuto, è buio. Cosa ricordi? "Ho detto qualcosa di importante, ma non vi posso dire cosa. Era qualcosa di importante che ho detto al Cholo. Qualcosa che è stato importante da allora in poi ... non parlo molto dopo le partite. Io cerco di tacere, per non disturbare. Ma quel giorno ho detto qualcosa di importante. La festa è continuata. Era 1-1. Non era finita. Ho bisogno di un pessimista per vivere [ride], io sono un ottimista nato. Non posso farmi prendere dalle emozioni teatrali. Devo pensare, prendere appunti, non posso farmi prendere dall'emozione. Il Cholo ha un modo di viverla saltando, tirando calci, così fanno le persone. Io devo essere complementare, il portiere deve rimanere freddo, capisci cosa sto dicendo?"

Ti ha fatto male più di Lisbona o Milano? "[Pensa a lungo] Entrambi, entrambi. Ma è lo stesso effetto di vincere, solo al contrario: in me, niente dura. Non ho mai pianto dopo una partita. La finale a Cardiff? Sarei bugiardo se dicessi che non è nei nostri pensieri. C'è sempre. Ma siamo abituati a vedere solo quello che ci spetta. L'obiettivo c' è, ma bisogna ancora ottenere il biglietto."

Quanto conta l'allenatore - "Di Stefano ha detto: "Un allenatore che conosce il calcio può contribuire al massimo al 10% ad una vittoria. Se non lo conosce, danneggia la squadra del 40%. " Penso che un buon allenatore fa muovere la squadra da sola. Attraverso le idee."

Chi ha detto: "Se qualcuno pensa che io non riesco a rompere una testa muro sbaglia"? "Forse l'ho detto io..."

E 'stato Simeone: "Lui è Toro e Ariete, quindi ... Credo molto nei segni. I miei migliori amici sono Toro."

Vorresti essere il numero uno? "Sicuramente." Allora non sei un buon numero due ... "Siamo due numeri uno..."

  

(EL Mundo)