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Inter, ecco il perché dei 7 mln a Conte. “E’ stato appurato che Antonio…”

Marco Astori

Il Corriere dello Sport spiega i motivi della buonuscita concessa al tecnico e della rottura tra le parti

E' delle 19.20 di ieri sera l'ufficialità: Antonio Conte non è più l'allenatore dell'Inter. In molti, però, si sono chiesti il perché della cospicua buonuscita concessa dal club al tecnico: il Corriere dello Sport prova a fare chiarezza, spiegando anche il perché dell'addio. Si legge: "La trattativa sulla parte economica è stata rapida perché, appurato che Conte non se la sentiva più di portare avanti un progetto meno competitivo rispetto a quello che gli era stato prospettato nel 2019 (Zhang vuole chiudere il mercato con un attivo importante e tagliare del 15% il monte stipendi), la proprietà ha dato il suo via libera alla buonuscita.

Oltre alle mensilità arretrate del 2020-21 e al premio scudetto previsto nel suo contratto, per risolvere anticipatamente il vincolo fino al 2022 percepirà sette milioni ovvero la metà dell'ingaggio netto del 2021-22 (sei) più un milione che aveva "posticipato" nel 2019-20 quando ne aveva incassati 10,5. C’è una clausola anti-concorrenza: se nel 2021-22 dovesse firmare per un club di A, pagherebbe una penale (una parte dei 7 milioni). Attualmente non ha una squadra che lo pressa né la fretta di ributtarsi subito nella mischia, ma siccome il Tottenham è senza allenatore e qualche altra panchina di un certo livello in Premier potrebbe muoversi, non è scontato che si prenda un anno sabbatico pagato da Zhang come ha fatto (addirittura per un biennio) Spalletti dopo il suo esonero".