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Ruben Sosa: “Inter il top, ero un tutt’uno coi tifosi. Ecco il mio segreto nelle punizioni”

Marco Astori

Le parole dell'ex attaccante nerazzurro

Intervenuto ai microfoni del MatchDay Programme di Inter-Genoa, l'ex attaccante nerazzurro Ruben Sosa ha parlato della sua esperienza con la maglia della Beneamata: "E' la squadra più forte in cui ho giocato. Mi sentivo tutt'uno coi tifosi ed è forse per quello che sono rimasto ancora affezionato a questi bellissimi colori. Il gol al Genoa? Credo sia stato il miglior gol in Europa, per non dire di tutta la mia carriera. Forse, al primo posto, ne metto uno fatto al Maracanà contro l'Argentina. Ma per i gol con i club, metto senza dubbio quello con i rossoblu. Che gol, guarda. Mi emoziono ancora oggi: mi marcavano in due, ho fatto una doppia finta. Io continuavo a guardare il pallone. Se lo rivedi non calcio forte, è quasi un pallonetto. Fantastico, davvero fantastico".

Le tue punizioni. Capolavori ogni volta: come facevi?

"La verità è che a me piaceva tantissimo allenarmi. Restavo ad Appiano a calciare da tutte le posizioni. Guardavo anche gli altri, come mettevano la palla: Enzo Francescoli, per esempio, era bravissimo e in Nazionale facevamo gare su gare. Quando il pallone era sui 30-35 metri, era la mia mattonella preferita. Me lo facevo toccare e calciavo fortissimo. Boom".

Dovendo fare una top 3 dei giocatori che avevano qualcosa in più da fermo?

"Visto che si parlava di punizioni, oltre a quelli che ho detto, metto anche Maradona, Roberto Carlos e Roberto Baggio. Diego aveva le mani al posto dei piedi, era incredibile. Se non faceva gol prendeva la traversa. Roberto Carlos aveva un modo fi calciare potente e preciso. E Baggio, beh, lui la pennellava dove voleva, sul serio. Tutti e tre divini".