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Sabatini: “Inter errore tragico, il più grande della mia vita. Dzeko nerazzurro? Orrido”

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Il direttore sportivo della Salernitana Walter Sabatini ha parlato della sua nuova esperienza, ma anche del suo passato all'Inter

Andrea Della Sala

Intervistato dal Corriere dello Sport, il direttore sportivo della Salernitana Walter Sabatini ha parlato della sua nuova esperienza, ma anche del suo passato all'Inter:

Quanto è stato difficile dire sì a Iervolino?

«Tanto. Ero terrorizzato all’idea di retrocedere, paura tutt’ora attiva. Non sono mai retrocesso nella mia vita. Ha prevalso il senso della sfida. Di atti incoscienti ne ho fatti tanti. Perché non farne un ultimo?».

Credi nella salvezza?

«Ciecamente».

La storia di Pirlo. Era lui la tua prima scelta?

«Era un’ipotesi. Non decollata, non per colpa sua. Ero alla ricerca di entusiasmo. Pretendevo entusiasmo. Era difficile, mi rendo conto. I dubbi prevalenti di Andrea erano legittimi».

Cosa non ha funzionato nella storia di Sabatini a Bologna?

«Userò una citazione da Troisi: Pensavo fosse amore e invece era un calesse»

Da parte della società?

«Sono stato dimesso da Saputo dopo una brutta sconfitta in casa. Gli avevo comunicato che ero a sua disposizione per qualunque decisione volesse prendere. La mattina dopo è venuto in ufficio: è meglio che le nostre strade si dividano».

A distanza di mesi ti sei dato una spiegazione?

«L’unica è che gli stavo sul cazzo. Perché, complessivamente, sono un uomo che sta sul cazzo, alle persone, spesso ai presidenti».

Dimmi di Mihajlovic.

«Uomo meraviglioso. Insospettabilmente sensibile e tenero. So che è anche un ottimo allenatore».

L’esonero più doloroso?

«Tutti. Quando si esonera un allenatore è sempre una sconfitta personale. In assoluto, dico Rudi Garcia. Ma era un esonero inevitabile e giusto, aveva perso la spinta, l’appeal con la squadra».

Sabatini: “Inter errore tragico, il più grande della mia vita. Dzeko nerazzurro? Orrido”- immagine 2

Hai detto: un errore non prendere prima Spalletti.

«Mi spiace averlo detto, non si danno bastonate a chi sta fermo, mi ha dato fastidio averlo fatto. Ma era la verità. Se prendo Spalletti un mese prima, forse vinco il campionato con la Roma. Quell’anno aveva fatto 87 punti».

Bene Spalletti a Napoli.

«È sotto gli occhi di tutti. Nonostante un presidente che non gli concede tutto quello che gli serve. La convivenza con De Laurentiis non deve essere semplicissima».

Doloroso anche il tuo addio all’Inter.

«Il più grande errore professionale della mia vita. L’accettare una richiesta interna che prevedeva io fossi fuori dall’organigramma».

Non dovevi fare ombra a qualcuno…

«Non so. Un errore tragico, il mio. Dovevo rescindere il contratto prima di cominciare. Una situazione insostenibile».

Dzeko con la maglia dell’Inter?

«Orrido. Io ho solo pensieri stupendi per lui. Gli auguro sempre il meglio. I tifosi della Roma non hanno capito che erano due o tre anni che lo volevano cacciare».

Gioco di fantasia. Mourinho e Sabatini insieme alla Roma.

«Come ti può venire in mente?»

Addirittura?

«Mourinho è un teatrante di successo, io invece voglio fare il calcio vero. Lui potrà rispondere che ha vinto tutto e io niente. Avrebbe ragione, ma non cambio la mia risposta».

Non gli riconosci competenze calcistiche da allenatore top?

«Lui va bene per un certo tipo di squadra, un certo contesto, un certo tipo di obiettivo».

 

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