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Spadafora: “Calcio non è supermercato. Tra calciatori e commesse la differenza è…”

Le parole del ministro delle Politiche giovanili e dello Sport Vincenzo Spadafora durante l'informativa in Senato

Redazione1908

"Qualcuno si è chiesto perchè non si chiude un negozio se la cassiera è positiva mentre se accade a un calciatore si manda in quarantena tutta la squadra. Perchè nel calcio non è possibile mantenere distanze e dove i calciatori devono correre e marcarsi, cosa che non accade in supermercato. Anche la Germania lo ha fatto con una squadra in serie B. Vorremmo evitare di doverci poi ritrovare di nuovo in questa situazione. La necessita' di terminare il campionato nasce oltre che da esigenze sportive, anche da diritti televisivi che servono alla sopravvivenza di molte squadre".

In quanto al protocollo di sicurezza di cui si e' tanto discusso, Spadafora ha spiegato che "il Comitato tecnico-scientifico ha fatto delle osservazioni: tre solo particolarmente significative. La prima e' che se emerge un calciatore positivo in una squadra, tutta sia messa in quarantena. Un altro e' di affidare la responsabilita' ai medici delle societa' per il rispetto del protocollo. Terza e' che il numero di test molecolari non vada a impattare sulle esigenze di tutti i cittadini. Immagino - ha detto ancora Spadafora - che la Figc modifichera' il protocollo per riprendere gli allenamenti il 18 maggio".