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Ha parlato con altri interisti celebri che il 22 aprile saranno a San Siro?
—«Non ancora. Ma alcuni non amano quanto me andare in uno stadio rossonero che farà cori contro di noi».
Ma a lei basta vincere lo scudetto o le farebbe particolarmente piacere se succedesse proprio in casa loro?
—«Vogliamo lo scudetto per festeggiarlo come non abbiamo potuto fare fino in fondo nel 2020, causa Covid. Una sorta di coitus interruptus. E non mi si venga a dire che un eventuale successo rossonero in Europa League ci rovinerebbe in parte la gioia. Vincere la seconda stella al termine di un campionato dominato dall’inizio non ha prezzo. Farlo a casa loro sarebbe un po’ uno “strano ma vero” per gli almanacchi, ma a me interessa meno. Anche perché, senza fare lo scaramantico..., nelle ultime 5 gare ho visto un ottimo Milan. Stavolta i favoriti sono loro. Quando hanno voglia, Theo e Leao sono formidabili».
Anche se negli ultimi cinque derby hanno sempre perso?
—«Questo è un altro fattore che a livello statistico mi preoccupa...».
Come commenta il fatto che il Milan permetta ai propri sostenitori di cedere i tagliandi solo a possessori di tessera del tifoso rossonera per limitare l’afflusso degli interisti?
—«Far sì che gli interisti abbiano problemi a trovare il biglietto è un po’ pesante, ma se resta nel lecito ci può stare. Credo anche che sia una strategia figlia del marketing estremo del nuovo millennio. E magari a parti invertite noi avremmo fatto lo stesso».
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