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Adani: “Perisic miglior quinto al mondo. Lautaro? 60′ nel derby da campione totale”

Matteo Pifferi

Sulle colonne de La Gazzetta dello Sport, Daniele Adani ha parlato così di Inter-Roma in programma oggi a San Siro

Sulle colonne de La Gazzetta dello Sport, Daniele Adani ha parlato così di Inter-Roma in programma oggi a San Siro:

«Abbiamo il dovere di cercare rifugio in una cultura dello sport positiva. Capisco che chi si gioca lo scudetto o un posto in Europa o la salvezza fatichi nell’immediato ad aiutare gli arbitri o a digerire una decisione avversa e non sono d’accordo con chi poi liquida tutto con una compensazione che non esiste: gli errori non si pareggiano, ci sono sempre squadre che nel conto finale saranno più o meno penalizzate. Ma non ci si può fermare lì. Il calcio merita di più, non si esaurisce con l’episodio».

Lo stesso Mourinho non si è fatto mancare un duro sfogo dopo il pareggio di Napoli.

«È stato molto deciso, ma anche su Mou preferisco concentrarmi sul lavoro che sta facendo, piuttosto che sulla sua comunicazione, di cui è stato sempre un maestro. Credo che si stia parlando troppo poco del percorso della Roma, di una crescita che aveva bisogno di tempo, ma che oggi si vede a occhio nudo. José da subito si è messo alla ricerca di una squadra che sentisse sua: ha preso qualche sbandata, è innegabile, ma poi attraverso scelte coraggiose (dal cambio di modulo al sacrificio di alcuni uomini che sembravano irrinunciabili, come Veretout) ha trovato la strada giusta. Ora la Roma ha equilibrio dietro e principi nelle giocate d’attacco».

Arriverà però a San Siro senza Cristante e soprattutto Zaniolo: assenze pesanti?

«Fino a un certo punto. Cristante ha letture e fisicità, ma con Veretout si può essere sereni. Mentre Zaniolo merita un discorso a parte: come talento individuale la Roma senza di lui perde qualcosa, è ovvio, ma sono sicuro che nella testa di Mourinho vengano prima Pellegrini, Mkhitaryan e Abraham. Il calcio giallorosso con questi tre è più collettivo e meno legato alle giocate del singolo, che sono il forte invece di Zaniolo. Giocatore dal grande potenziale, ma che ancora deve migliorare nel relazionarsi con il resto dei compagni. Non a caso la Roma vince 3-0 il derby con lui in panchina, per dire...».

Lei è sempre attento ai talenti giovani: con Mou è sbocciato quello di Zalewski.

«Chiamata che mi piace. A tutta fascia è un messaggio preciso: voglio fare la partita e mi interessa poco se prendo anche dei rischi dietro. Zalewski poi non ha paura: sa arrivare sul fondo, convergere al centro, non rinuncia alla giocata».

Cosa manca alla Roma per essere al livello delle prime quattro?

«Un difensore mancino alla Bastoni. Ibanez mi piace, ma nell’uscita palla in cooperazione con l’uomo di fascia serve un centrale di piede sinistro. È uno dei punti di forti dell’Inter».

Che può fare Mou per complicare la vita ai nerazzurri?

«Non abbassarsi, giocare una partita coraggiosa. Cominciando dal rendere difficile la circolazione palla avversaria con un pressing organizzato. Su Bastoni deve aggredire subito Pellegrini, Abraham schermare la linea di passaggio al centro tra Brozovic e De Vrij, Karsdorp essere pronto ad accorciare su Perisic, mentre sulla palla lunga è Mancini che deve andare in avanti per l’anticipo. Poi i due mediani non possono lasciare campo a Barella e Calhanoglu».

Dall’altra parte, Inzaghi pare aver ritrovato l’Inter brillante di qualche mese fa.

«Diamo grandi meriti al lavoro del tecnico. A differenza di Mou, Inzaghi ha ereditato una squadra già impostata ed è poi stato bravo, anche nei momenti difficili, a dare la sua impronta. L’Inter oggi ha il campionato in mano».

La svolta con la vittoria di Torino sulla Juve?

«A livello psicologico sì. Perché ha tolto i bianconeri dalla lotta scudetto e allo stesso tempo ha ridato fiducia ai nerazzurri. Così gli uomini chiave dell’Inter sono tornati su livelli eccezionali e hanno riportato la squadra sul cammino dello scudetto».

Anche Lautaro, reduce da un grandissimo derby in coppa.

«I primi 60’ con il Milan sono stati i migliori che io ricordi dell’argentino con l’Inter. E non mi riferisco solo ai due gol. Una prova da campione totale, come è lecito aspettarsi dal giocatore con più valore della rosa».

La mossa di Inzaghi per vincere con la Roma?

«Puntare sul suo gioco. L’Inter è fenomenale nell’attaccare con tutta la squadra, senza posizioni fisse. Guardate gli inserimenti a turno di Barella, Brozovic o Calhanoglu. E poi le corse di Dumfries e soprattutto Perisic, il miglior quinto al mondo...L’Inter o la fermi all’inizio dello sviluppo della manovra, o non la fermi più».