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Bordon: “Con Bellugi ho perso un fratello. Quanti ricordi con lui!”

Fabio Alampi

L'ex portiere dell'Inter ricorda il compagno di mille battaglie in nerazzurro: "Gli volevo bene, amava la vita, sapeva ridere"

La morte di Mauro Bellugi ha scosso il mondo del calcio: l'ex difensore dell'Inter e della Nazionale se n'è andato dopo una lunga malattia che, dopo l'amputazione delle gambe, non gli ha lasciato scampo. Ivano Bordon, suo ex compagno di squadra, lo ha ricordato ai microfoni del Corriere della Sera: "Mi sento come se avessi perso un fratello, una persona a cui volevo bene, che amava la vita e sapeva ridere".

"Da quanto tempo vi conoscevate?

"Da ragazzi vivevamo al condominio Famagosta, una sorta di convitto per chi militava nelle Giovanili. Poi con il passaggio in prima squadra andammo a vivere insieme in un appartamento a Trezzano sul Naviglio. Che esperienza fu".

"Divertente, immaginiamo.

"Le racconto questo aneddoto: io ero il terzo portiere, lui era titolare. Una sera rincasò sul tardi, verso le 2-3 di notte, io dormivo. Prese la chitarra e iniziò a suonare. Mi svegliò e tirammo quasi mattina. Ovviamente all'indomani non sentimmo la sveglia e una volta arrivati ad Appiano Heriberto Herrera ci volle dare una bella lezione impartendoci una multa. Grazie alla diplomazia della segretaria, Ileana, ci fu poi scontata".

"Quando lo ha sentito l'ultima volta?

"Di recente, gli avevo mandato un sms. Allora Mauro mi ha fatto una videochiamata anche se un po' si vergognava di farsi vedere in condizioni meno brillanti del solito. Mi ha detto che stava combattendo, poi mi ha inviato 5-6 foto nostre dei tempi belli. Lui cercava di sdrammatizzare, ma avevo capito che non stava bene".

"Alla famiglia Moratti era legato da un rapporto speciale: è vero che il presidente Angelo gli regalò una villa a Stintino?

"Ah non so. Mauro di certo l'aveva, io andavo in hotel, ma eravamo sempre sullo yacht dei Moratti".

"Che immagine porterà con sé di lui?

"Preferisco ricordarlo con il bloc notes in mano. Non sa cosa conteneva? Gli attacchi delle barzellette...".