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CdS – Closing: settimana decisiva in casa Milan. C’è il rischio delle vie legali?

Riccardo Fusato

Settimana decisa per il closing, in casa Milan

Settimana decisa per il closing, in casa Milan. Al di là delle parole concilianti pronunciate da Berlusconi, infatti, può ancora succedere di tutto. Quindi, sia che Sino Europe, entro venerdì prossimo, riesca a raccogliere i 100 milioni di euro per “acquistare” una nuova proroga (fino al 31 marzo?) per il closing, ma anche che l’affare fallisca definitivamente. Il clima tra le parti, peraltro, è tutt’altro che sereno e conciliante. Fininvest, da un lato, ha fatto la voce grossa, concedendo sì altro tempo, ma pretendendo pure nuove e più rigide garanzie (tracciabilità del denaro, aggiunta di penali), ma, dall’altro, non può essere del tutto tranquilla di poter uscire da questa vicenda almeno con 200 milioni in cassa. Ses, infatti, ha già messo in chiaro che, qualora dovesse saltare tutto, è pronta a dare battaglia per recuperare almeno parte del denaro già versato, in particolare la seconda caparra versata lo scorso dicembre.  L’obiettivo, infatti, sarebbe quello di vedersi riconosciuta la cosiddetta "forza maggiore". In sostanza, non ci sarebbe stata inadempienza da parte di Yonghong Li, ma l’acquisto del Milan si sarebbe arenato a causa delle restrizioni del governo cinese sugli investimenti all’estero. Senza quel giro di vite, di cui Sino Europe non avrebbe responsabilità, il passaggio di proprietà sarebbe già stato concluso tre mesi fa. Un’altra questione riguarda la credibilità. Non tanto quella nei confronti dei tifosi, che potrebbe essere recuperata arrivando al closing, ma quella verso gli addetti ai lavori. Ciò che è avvenuto in questi giorni, infatti, è rimbalzato in tutto il mondo, facendo dubitare club, giocatori e procuratori sull’effettiva consistenza dei potenziali nuovi proprietari. Era stato fatto trapelare che per il prossimo mercato sarebbe stato a disposizione un budget in tripla cifra. Come si può essere sicuri adesso che sarà effettivamente così? E qualcuno rimarrebbe sorpreso se un giocatore, davanti ad un’offerta del Diavolo e ad un’altra di un altro club comunque prestigioso, dovesse preferire la seconda?

(Corriere dello Sport)