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Cerruti: “Inter, il vero capitano è Handanovic. E quando tornerà in campo…”

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Intervenuto sulle colonne de La Gazzetta dello Sport, Alberto Cerruti, giornalista, ha parlato così di Handanovic

Matteo Pifferi

Intervenuto sulle colonne de La Gazzetta dello Sport, Alberto Cerruti, giornalista, ha parlato così di Handanovic:

"Comunque finisca questa stagione in generale e la sua carriera in particolare, Samir Handanovic è già nella storia dell’Inter. Nessuno potrà mai dimenticare, infatti, che era lui il numero uno, in tutti i sensi, della squadra che ha interrotto la dittatura juventina di nove scudetti consecutivi e ha festeggiato quello del 2021, a meno uno dalla seconda stella. Portiere di giorno e di notte, punto di forza dell’Inter rilanciata da Antonio Conte, spesso determinante eppure sottovalutato perché, come capita a tutti i portieri, i principali elogi sono sempre riservati agli attaccanti, in quel caso al goleador Romelu Lukaku. Nel suo curriculum figurano, per ora, anche i due successi della stagione scorsa in Coppa e Supercoppa italiana, il record di presenze in Serie A (374) per un portiere con la maglia dell’Inter e quello (26) dei rigori parati in campionato.

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Nessuno come lui, insomma, per quanto ha fatto fin qui e per quello che potrebbe ancora fare, persino più difficile per chi è arrivato all’Inter nel 2012 e indossa la fascia di capitano dal 2019, con un contratto fino al 30 giugno 2023, alla soglia dei 39 anni che compirà due settimane dopo. Non è più una novità, infatti, che domani a Barcellona, in una gara che si preannuncia infuocata come la famosa semifinale di Champions del 2010, la porta dell’Inter sarà difesa da André Onana, acquistato l’estate scorsa. La vera novità, però, consiste nel fatto che questa è la terza gara consecutiva del camerunese di 26 anni, già titolare in Champions e sabato scorso anche in campionato, per la prima volta, contro il Sassuolo. Una promozione decisa da Simone Inzaghi e accolta nel modo migliore, per molti sorprendente, da Handanovic, che negli spogliatoi di Reggio Emilia ha incitato i compagni in generale e il suo erede designato in particolare. Un atteggiamento da “capitano non giocatore” che ha ricordato quello di Andrea Ranocchia, il miglior alleato di Conte e Inzaghi nello spogliatoio dell’Inter.

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Per questo ci piace pensare che proprio il suo esempio sia servito ad Handanovic per accettare un nuovo ruolo apparentemente scomodo, eppure non meno importante di quello ricoperto fin qui. In fondo, dall’Italia di Enzo Bearzot che quarant’anni fa vinse il Mondiale con la forza del gruppo, fino al Milan di Stefano Pioli che ha strappato l’ultimo scudetto proprio all’Inter, la storia del calcio è piena di successi ottenuti da squadre meno forti, però più unite dentro e fuori lo spogliatoio e per questo vincenti. Ben vengano, quindi, i nuovi capitani di giornata, in coppa o campionato dall’inizio o alla fine, Milan Skriniar, Danilo D’Ambrosio, Marcelo Brozovic, o Lautaro Martinez, ma il vero capitano rimarrà Handanovic. Con la certezza che prima o poi tornerà a difendere la porta dell’Inter, pronto a dimostrare di essere ancora quel grande professionista che è sempre stato nei suoi primi dieci anni nerazzurri. Proprio come ha fatto Ranocchia, l’unico che gli aveva tolto la fascia quando era tornato in campo. Perché è vero che a Barcellona giocherà Onana, ma il campionato di Handanovic non è ancora finito. Semmai ne è cominciato un altro, che renderà più forte l’Inter. Grazie anche a lui".

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