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Closing Milan: comunque vada il mercato resterà ai minimi. SES…

La caccia all’Europa League è rimasta ormai l’unico solido appiglio stagionale per i milanisti, sconfortati dalla bizzarra trattativa per la vendita del club

Riccardo Fusato

Stasera il Milan entra nello Stadium dei suoi incubi. La caccia all’Europa League è rimasta ormai l’unico solido appiglio stagionale per i milanisti, sconfortati dalla bizzarra trattativa per la vendita del club e sempre più perplessi sul futuro, quale che sia l’esito di una vicenda propedeutica a nuove incognite societarie e sportive. È ancora fumoso il famoso closing per la vendita del club, anche se pare finalmente in arrivo da Hong Kong, durante il week-end, l’annunciata terza caparra da 100 milioni di euro: totale 300 milioni su 540, niente male come anticipo a Berlusconi da parte degli aspiranti compratori d’Oriente. Dopo tanti rinvii, qualche ora in più non è un problema per la holding di Berlusconi: i documenti sulla tracciabilità delle prime due caparre, vistati dalla banca di riferimento, hanno superato il vaglio delle norme anticiriclaggio. Il misterioso fondo di Yonghong Li, infatti, offre condizioni che nessun altro potenziale acquirente aveva mai prospettato, tranne il thailandese Bee Taechaubol, disposto a pagare 480 milioni per fare il socio di minoranza.Yonghong Li non ha ancora ottenuto la copertura bancaria dell’operazione: alcuni finanziatori di peso si sono sfilati perché la ritenevano incongrua (il Milan è valutato sul mercato non più di 400 milioni) e perché, con la quotazione in borsa ancora lontana, non vedevano prospettive di guadagno. Con simili premesse, il panorama è nebuloso. Si profilano investimenti minimi sul mercato: sia nel caso in cui SES riesca a raggranellare il denaro mancante sia nell’eventualità in cui l’affare salti. Sono legittimi i dubbi sulle risorse di Yonghong Li per la campagna acquisti, dopo una raccolta tanto difficoltosa per comprare il club.

(Repubblica)

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