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Coutinho, retroscena sull’addio all’Inter: “Ma devo davvero andare via?”

Fabrizio Longo

Negli ultimi anni dall’Inter sono passati talenti e giovani di belle speranze, giocatori potenzialmente fenomeni e gioielli da sgrezzare: Arnautovic, Shaqiri, Kovacic, Castaignos, Alvarez. Il rimpianto più grande, però, per non aver...

Negli ultimi anni dall'Inter sono passati talenti e giovani di belle speranze, giocatori potenzialmente fenomeni e gioielli da sgrezzare: Arnautovic, Shaqiri, Kovacic, Castaignos, Alvarez. Il rimpianto più grande, però, per non aver valorizzato a dovere un diamante grezzo ha un nome e un cognome ben preciso: Philippe Coutinho. Un fenomeno tutto tecnica e intelligenza che fa stropicciare gli occhi e innamorare i tifosi dalle parti di Liverpool. C'è un retroscena sulla sua cessione ai reds, raccontato da calciomercato.com

"Il mancato exploit di Coutinho all’Inter nasce da diversi fattori: su tutti, il rapporto chiuso con Rafa Benitez. Che crede nel suo talento, lo lancia nel 4-2-3-1 come prospetto su cui puntare sebbene giovanissimo e alla prima esperienza europea arrivato dal Vasco da Gama con le credenziali di un fenomeno che verrà. La fiducia non dura troppo, Coutinho va a alti (pochi) e bassi (molti), con Benitez non c’è dialogo; una delle mancanze più note al carattere dell’allenatore spagnolo. Philippe non lega con Rafa, anche nelle gestioni successive fatica a sentirsi valorizzato. Il prestito all’Espanyol lo mette il luce, allo stesso tempo lo ferisce perché Cou sente di meritare di più. Lo fa presente ai dirigenti, si cerca di tirarlo su: niente da fare, Philippe fa vedere cose buone ma passa più tempo fuori che in campo.

Ma a volere il suo addio è stata la società ai piani più alti: quando è arrivato il fax da 13 milioni per Philippe, immediato il via libera. Anche per investire a lungo termine su Mateo Kovacic, soprattutto per coprire un’esigenza di bilancio con una plusvalenza da circa 10 milioni per il brasiliano. Sacrificato sull’altare dei costi, la pazienza questa sconosciuta: “Devo davvero andare via?”, quando glielo comunicano – all’inizio della trattativa – Coutinho quasi resta senza parole. E Piero Ausilio non sa come spiegargli che non dipende da lui, è una scelta fatta dalla società in comune accordo con un allenatore che non ha voluto sbattere la testa pur di farlo esplodere