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Cristiano: “Sono nella storia del calcio, parlano i numeri. Sapevo di essere speciale…”

Dario Di Noi

Dall'alto dei suoi numeri e di quel talento sconfinato, Cristiano Ronaldo può parlare di sè in grandi termini: "Sono nella storia del calcio. Che piaccia o meno, parlano i numeri. Sapevo di essere speciale sin da..."

Ha sofferto molto, Cristiano Ronaldo, nel dover saltare la gara d’andata contro il Manchester City e guardare i suoi compagni dalla tribuna. L’infortunio è arrivato nel momento peggiore, a tenere un fuoriclasse innato lontano dal suo habitat naturale (la Champions League, ovvio). Per questo, ora CR7 non vede l’ora di scendere in campo mercoledì sera, per cercare di trascinare il suo Real alla vittoria. Superare l’ostacolo City vorrebbe dire volare a Milano, per giocarsi un’altra finale e sognare "l’undicesima".

In queste ore, lo stesso Cristiano ha rilasciato una bella intervista al sito ufficiale della UEFA. Qui tutte le sue parole.

UEFA.com: che cosa significa essere il miglior marcatore di sempre in Coppa dei Campioni?

Cristiano Ronaldo:E' un privilegio sapere di essere in testa alla classifica. Ovviamente sono molto contento. È una competizione speciale, che al Real Madrid piace molto. Ho avuto la fortuna di vincerla due volte e ovviamente spero di rivincerla quest'anno.

UEFA.com: che cosa ti dà più piacere in campo?

Ronaldo:Fare quello che mi piace, cioé il mio lavoro. Farlo bene, divertendomi e cercando di far divertire i tifosi. Cercare di segnare: ai tifosi piace sempre guardare una bella partita e, naturalmente, i gol. Il mio lavoro è vincere, giocare bene, segnare il più possibile, aiutare la squadra e divertirmi. 'Divertimento' è una parola che devo sottolineare, perché il calcio è questo: è felicità e passione, ma a volte anche difficoltà.

UEFA.com: a chi ti ispirarvi mentre ti facevi strada allo Sporting CP?

Ronaldo:Sinceramente non volevo imitare nessuno. Allo Sporting sono passati grandi giocatori, ma io guardavo sempre avanti e pensavo già alla nazionale. Pensavo che giocare in una grande squadra sarebbe stato difficile, ma alla fine ce l'avrei fatta, mentre arrivare in nazionale sarebbe stato ancora più difficile. Poi è successo tutto molto in fretta: ho firmato con il Manchester United e dopo un po' ero in nazionale. I miei punti di riferimento erano Fernando Couto, Rui Costa e Luís Figo, i giocatori più importanti del calcio portoghese.

UEFA.com: da ragazzo, dove pensavi di poter arrivare?

Ronaldo:Ho sempre pensato di essere un giocatore speciale, anche quando ho iniziato allo Sporting. Ero convinto che prima o poi sarei diventato un professionista di altissimo livello. Non pensavo che sarebbe successo così in fretta, ma mi preparavo perché, come ho detto, il talento c'era. Ho sempre lavorato molto e creduto nelle mie potenzialità, nelle giovanili dello Sporting, al Manchester United e anche al Real Madrid. Sono cresciuto sempre di più come giocatore e come uomo, ma mi sono anche divertito.

UEFA.com: tra 20 o 30 anni, come verrà ricordato Cristiano Ronaldo?

Ronaldo:Sicuramente entrerò nella storia del calcio. Che piaccia o no, i numeri parlano da soli, poi ci sarà il resto. Ad alcuni piace, ad altri meno, ma senza dubbi sono già nella storia.

(Uefa.com)