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GdS – Inter, tanti attaccanti ma il risultato è nullo. Mancata la condizione fisica e mentale…

Francesco Parrone

Spalletti inserisce Karamoh prima ed Eder poi, chiudendo con cinque elementi offensivi: ma il volume non crea pericoli

L’Inter finisce la partita contro l’Udinese con cinque giocatori offensivi e tre difensori. Un messaggio chiarissimo di Luciano Spalletti. Sotto prima di uno e poi di due gol, non ha potuto far altro che scuotere – o provarci – la creatura buttando dentro gli elementi più offensivi. Questo ha portato a eliminare la difesa a quattro e proporne una a tre con D’Ambrosio centro destra, Skriniar centrale e Miranda centro sinistra.

I compiti più dispendiosi nei minuti finali sono toccati a Candreva e Perisic che lungo le fasce hanno fatto ali e terzini. L’esterno della Nazionalein particolare ha confezionato 11 cross in tutta la partita, quasi la metà dell’intera squadra (25). Da quella parte sono partiti più traversoni: a sinistra, tra Perisic e Santon, si è arrivati in tutto a 4: 3+1. A destra li ha prodotti tutti Candreva perché D’Ambrosio non è riuscito ad effettuarne alcuno. Il finale di partita si è spostato sugli esterni ancora di più. Un po’ appunto per le posizioni più offensive delle due ali nerazzurre, un po’ per l’inserimento di Karamoh prima ed Eder poi. Con cinque elementi offensivi in campo contemporaneamente era logico provare ad allargare un po’ la difesa friulana. Idea non poi seguita dai fatti visto che nel finale l’Inter non ha costruito poi così tante occasioni per meritarsi il pareggio. Secondo La Gazzetta dello Sporta infastidire la squadra di Massimo Oddo è stato soprattutto Karamoh che nei minuti in cui è rimasto in campo (26) si è preso tre falli. Non poco, se si calcola che là davanti c’erano altre opzioni e che quindi evidentemente è stato cercato spessissimo in quel lasso di tempo. Ma come si poteva prevedere, i cinque difensori dell’Udinese sono riusciti a tenere le distanze, non perdersi in duelli individuali e a far sì che il traffico – alla fine erano cinque difensori contro cinque attaccanti – virasse a proprio favore. L’ingresso di Eder per Vecino ha portato l’ex sampdoriano a gravitare intorno a Icardi per sostenerlo, per provare con qualche scambio ravvicinato ad aprire un portoncino. Eder però ha giocato solo 6 palloni perdendone due. Insomma, a volte la fretta di trovare la giocata giusta fa rima con apprensione e non con occasione. Così l’Inter si è infilata in un cono d’ombra: senza la condizione fisica e mentale che ti sostiene anche la lucidità ha finito per risentirne.

Perisic, solitamente razionale in giornate simili, non ha prodotto scompensi agli avversari. Ha tirato verso la porta quattro volte, tre delle quali senza trovare lo specchio. Brozovic peggio ancora, due tiri e nemmeno l’ombra della porta. Candreva e Icardi sono stati più precisi, non abbastanza però per piegare ancora Bizzarri. La mossa di Spalletti è una mossa che si vede applicata spesso in situazioni di emergenza, quando bisogna recuperare una situazione che evidentemente il flusso normale della partita non può ribaltare. Giocare con cinque giocatori offensivi non è un’equazione perfetta che consente di arrivare più volte in porta. Borja Valero ha iniziato davanti alla difesa, ha fatto il trequartista e ha chiuso ancora davanti alla difesa. Il suo cervello funziona con 58 passaggi positivi e 7 lanci arrivati a destinazione. Con quel finale di partita a tenere il precario equilibrio generale perché Gagliardini andava a staccare di testa e spesso gli faceva compagnia pure Skriniar.

(Fonte: Matteo Brega, La Gazzetta dello Sport 17/12/17)