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Gnonto: “Haaland impressionante. Mancini? Quando ero piccolo e giocavo all’Inter…”

Gnonto: “Haaland impressionante. Mancini? Quando ero piccolo e giocavo all’Inter…” - immagine 1
L'attaccante classe 2003 del Leeds racconta il suo ambientamento in Premier e le emozioni provate in Nazionale

Fabio Alampi

Wilfried Gnonto, dopo aver lasciato il settore giovanile dell'Inter e aver fatto bene in Svizzera con lo Zurigo, sta conquistando anche la Premier. L'attaccante classe 2003, oggi in forza al Leeds, ha rilasciato un'intervista a Sky Sport: "Della Premier League mi hanno impressionato i tifosi: sono sempre stato un appasionato, ma da casa non te ne rendi conto. I tifosi sono incredibili, anche in Under 21 c'erano 10.000 tifosi: una cosa impensabile in Italia.

L'esordio in Nazionale? Incredibile, quelle settimane sono state incredibili. Non mi sarei mai aspettato una cosa del genere, cercavo sempre di godermi ogni minuto, anche negli allenamenti. Non mi aspettavo niente, già essere lì per me era un grande traguardo. Poi avere la possibilità di entrare con la Germania è stato un sogno, con l'assist è stato ancora più bello, con una vittoria sarebbe stato l'esordio perfetto. Ho cercato di imparare il più possibile da tutti, dallo staff e dai giocatori, e ogni volta che vado in Nazionale cerco di godermi l'esperienza e imparare più che posso. Mancini? Non mi aveva detto che avrei giocato, è stata una sorpresa. Prima dell'Argentina io sarei dovuto andare a casa e poi tornare. Dopo la doccia lui mi ha chiamato e mi ha detto: "Vieni con noi a Londra, a Wembley". Incredibile! Non mi sarei mai aspettato di giocare.

Il giocatore che mi ha impressionato di più in Premier? Haaland. Forse è scontato, però penso che sia un mostro. Dalla televisione non ci si rende veramente conto, è qualcosa di incredibile, fisicamente è dominante. Un allenatore che mi ha fatto provare timore reverenziale? Direi Mancini. All'inizio è stato imbarazzante, avevo anche un po' paura, non sapevo cosa dire. Poi ha cercato di mettermi a mio agio, abbiamo parlato, per me era incredibile. Io ero all'Inter quando lui allenava la Prima Squadra, mi ricordo di aver anche fatto una foto con lui quando ero piccolino. Aver la fortuna di essere chiamato da lui è stata un'emozione incredibile".

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