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Inter, le spine del futuro sono due ‘spade di Damocle’: maxi rata e Fair Play…

Dario Di Noi

Dal punto di vista finanziario, l’Inter vive un momento storico molto particolare. L’ingresso del gruppo Suning ha cambiato alcune cose, ma restano due ‘spade di Damocle’ a cui far fronte. La prima è collegata alla maxi rata...

Dal punto di vista finanziario, l’Inter vive un momento storico molto particolare. L’ingresso del gruppo Suning ha cambiato alcune cose, ma restano due 'spade di Damocle' a cui far fronte. La prima è collegata alla maxi rata finale da 184 milioni di euro che il club deve restituire - la prossima estate 2019 - a Goldman Sachs; la seconda, al solito Fair Play Finanziario che l’Inter deve rispettare.

Il Corriere dello Sport, nella sua edizione odierna, ha approfondito così entrambi i temi, le due 'spade di Damocle'.

MAXI RATA"La banca d’affari Goldman Sachs ha concesso un finanziamento di 220 milioni finalizzato alla ristrutturazione del debito. Per il momento questo contratto oneroso non verrà estinto, anche perché, fino ad oggi, l’Inter ha iscritto in bilancio il pagamento di una rata del valore mensile di 1 milione di euro, ma è chiaro che l’ingresso di Suning serve proprio a riequilibrare un situazione debitoria (si stima 355 milioni di euro nel bilancio consolidato della società al 30 giugno 2016) che ha superato il livello di guardia. Le cessioni di pezzi pregiati come Mateo Kovacic e Xherdan Shaqiri (rispettivamente al Real Madrid e allo Stoke City) sono proprio in questa direzione, così come l’operazione di impegnare parte del botteghino della stagione in corso, per far fronte alle esigenze di cassa e di bilancio".  

FAIR PLAY"L’altra spada di damocle è il rispetto del programma Uefa di Fair Play finanziario. Alla data del 30 giugno 2017, l’Inter dovrà dimostrare di essere sulla strada del pareggio, a meno che si arrivi a nuove deroghe o concessioni da parte dell’Uefa, sulla base di un ulteriore piano di ristrutturazione debitamente studiato ed approvato. D’altronde l’indice di indebitamento nerazzurro parla chiaro: è pari a 0,17, quando il valore normale è 1. E si può riequilibrare solo con l’iniezione di denaro fresco. L’ingresso di una nuova compagina societaria può aiutare a raggiungere questo obiettivo, ma sarebbe più importante tornare ad un valore della produzione (giro d’affari) superiore ai 180-200 milioni di euro. L’ultimo dato del fatturato netto (al 30 giugno 2015), comprensivo della capitalizzazione costi del vivaio, è vicino ai 121 milioni di euro. Con i ricavi da diritti audiovisivi che continuano a farla da padrone, per un importo vicino ai 77,7 milioni di euro. Sul fronte commerciale mancano all’appello i due contratti più importanti: Pirelli per la sponsorizzazione di maglia (12,29 milioni) e la partnership tecnica affidata a Nike (19,64 milioni). Entrambi questi contratti sono gestiti direttamente da FC Internazionale Milano SpA, che si occupa dello sviluppo di tutti i contratti in licenza a partire dal 1° luglio 2014".  

(Corriere dello Sport)