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Via Lukaku, l’Inter è ancora in prima fila. L’attacco di Inzaghi il migliore della A?

Andrea Della Sala

Nonostante la partenza del belga, l'Inter è riuscita a costruire un reparto offensivo importante che può ancora imporsi

L'Inter ha perso Lukaku in attacco, ma la dirigenza nerazzurra ha lavorato al meglio in questo mercato e ha saputo rimpiazzare l'uscita del belga con Dzeko e Correa. Inzaghi ha in mano tante opzioni per il suo reparto offensivo, diverse soluzioni per ogni occasione.

"Nel panorama della Serie A l’Inter si vede in prima fila, pure sulla coda dell’estate in cui ha perso Lukaku. C’è chi ha mollato (o è stato mollato da) Ronaldo, in fondo, ovvero 81 gol negli ultimi tre campionati. Storia curiosa: il sito transfermarkt fa la somma dei tre attaccanti nerazzurri e si arriva a 114 milioni, uno in meno della cifra spesa dal Chelsea per Lukaku. Eppure l’Inter oggi si sente un passo più avanti, almeno nel numero delle soluzioni. Non è un classifica ma un dato di fatto: la Juve ha sostituito Ronaldo con Kean, ma più probabilmente sperando nel salto realizzativo di Dybala, Chiesa e lo stesso Morata rispetto alla scorsa stagione. L’Inter ha in casa, sia che Lautaro faccia coppia con Dzeko sia che si diletti con Correa, 24 reti stando al tabellino dello scorso campionato", analizza La Gazzetta dello Sport.

"La Juve, in tre, arriva a quota 23. Il Milan ha aggiunto Giroud lì dove c’era Mandzukic: basta questo per dire quanto siano cresciuti i rossoneri. E ancora, spulciando tra le sette sorelle che guardano allo scudetto. L’Atalanta ha resistito per Zapata e Muriel e un motivo c’è: non si cambia quel che funziona, se si può. La Roma ha pescato Abraham e aspetta il ritorno al top di Zaniolo, in potenza il miglior acquisto possibile. Il Napoli è forse la più completa e lunga in attacco, però con una spina di nome Insigne. La Lazio è Sarri, garanzia di gol anche al netto di Immobile. È qui che si misura la forza dell’Inter: oggi però sarebbe scommessa azzardata metterla dopo le rivali dal punto di vista offensivo. È un attacco ecosostenibile, dove il prefisso eco sta per economico e non ecologico", chiude Gazzetta.