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Irrati: “Var? Per noi era la moviola di Biscardi, ci sembrava una provocazione”

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L'arbitro italiano sarà al Var per il match d'apertura dei Mondiali domani tra Qatar ed Ecuador e ha parlato dell'avvento del Var

Andrea Della Sala

L'arbitro italiano Massimiliano Irrati sarà al Var per il match d'apertura dei Mondiali domani tra Qatar ed Ecuador e ha parlato dell'avvento della tecnologia:

Irrati, come si diventa “il migliore”?

«All’inizio eravamo pochi, ora la concorrenza è aumentata. Ma l’etichetta me la sono presa ormai, finché dura la tengo».

È vero che all’inizio il Var non piaceva tanto agli arbitri?

«Ci sono state resistenze, sì. L’impatto è stato molto forte. La prima volta che venne Rosetti a Coverciano a parlarci del Var la ricordo bene: aveva partecipato a un seminario ad Amsterdam su questa idea. Sarà stato forse il 2015. Lo guardammo come a dire “questo è pazzo”. Non riuscivamo a capire: per noi era la moviola di Biscardi, ci sembrava quasi una provocazione. Invece aveva capito per primo quale fosse il futuro».

C’è un episodio in particolare che le è rimasto addosso?

«Un Roma-Lazio semifinale di Coppa Italia. Totti entra dalla panchina con la Lazio in vantaggio 2-0 a 15 minuti dalla fine, mi si avvicina e battendomi la mano sulla spalla mi dice “bravo”. Stava perdendo 2-0, pensavo mi prendesse in giro. Lo guardo come a dire, “Ma che bisogno hai?”. Lui forse capisce e mi fa, serio: “No no, bravo davvero”. Ecco. Se arbitri bene, anche chi perde lo capisce. E un apprezzamento così, da un campione esperto, che poteva fregarsene, mi fece effetto».

È cambiato l’atteggiamento degli arbitri da quando c’è il Var?

«Da ragazzino ti insegnano: prendi la decisione e cancella tutto. Se anche ti sembra di aver sbagliato, da qualche reazione, dimentica evolta pagina, sennò fai dieci errori a partita. Improvvisamente, diventava il contrario: appena hai deciso, apri la mente a un possibile errore perché magari arriva un aiuto e puoi rimediare».

A volte però si sbaglia ancora: cosa scatta nella testa di un arbitro quando succede?

«A volte è talmente chiaro da subito che sei devastato, te ne rendi immediatamente conto dalla reazione dei calciatori. Ancora di più se sai che le conseguenze di un tuo errore sono gravi. L’arbitro bravo è quello che riesce in 3 giorni, un giorno, 12 ore, a cancellare le polemiche e a tornare in campo allivello a cui era prima».

Si parla molto del fatto che gli arbitri possano parlare dopo le partite. Tempo fa si era iniziato con un’intervista a Orsato in tv, poi il processo si è fermato.

«Quello doveva essere un esperimento per aprirci, per far capire cosa c’è dietro una decisione da un punto di vista più elevato. Finì in polemica. Non è stata una bella esperienza: se il nostro “capitano” viene subito attaccatocosì, forse non c’è la cultura generale per fare qualcosa di simile. Ma noi siamo aperti».

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