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La rivincita di Ansaldi: da anello debole a uomo chiave dell’Inter di Pioli

Riccardo Fusato

Dopo che, per un certo periodo, Cristian Ansaldi, è sembrato l’anello debole di una squadra che incominciava a macinare gioco e risultati, ora sembra un altro giocatore

Dopo che, per un certo periodo, Cristian Ansaldi, è sembrato l’anello debole di una squadra che incominciava a macinare gioco e risultati, ora sembra un altro giocatore. Deve averlo pensato anche Pioli, che lo ha tenuto fuori nei big match contro Juve e Roma. Più grave la «bocciatura» contro i giallorossi, perché mancava lo squalificato Miranda e il tecnico stravolse la formazione, costringendo Perisic a fare l’esterno a tutta fascia. Le panchine contro le prime della classe – uniche gare di campionato perse da Pioli dal 2 dicembre scorso – sono valse ad Ansaldi l’etichetta di talismano. Prima dell’ultimo pareggio (2-2 a Torino), infatti con lui dal 1’ in campionato i nerazzurri avevano vinto 9 gare su 9. Resta il fatto che Ansaldi nell’ultimo mese è tornato a macinare il suo calcio e come l’amico Banega ha vinto il ballottaggio, l’uno con Murillo l’altro con Joao Mario. Titolare nelle ultime uscite, con un assist prezioso a Torino per il 2-2 di Candreva e più solidità difensiva, Ansaldi non ruberà l’occhio ma eccelle in due statistiche. Tra i giocatori con almeno mille minuti giocati (è a 1326, con 18 presenze), Cristian è quello che fa più cross su azione (5,5 ogni 90’) e il secondo per dribbling riusciti (2.04, meglio di lui solo Bruno Peres). Per tentare il miracolo Champions - o per blindare l’Europa League -, servirà come il pane il contributo di un giocatore esperto, duttile (può giocare anche nella difesa a tre o a centrocampo) e creativo. La scorsa stagione stabilì un record per un difensore: tre assist su azione, in Genoa-Palermo.