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L’ex arbitro Pieri: “VAR promosso, ma migliorabile. Vecino-Pjanic? Non c’è stata equità”

Fabio Alampi

Tiziano Pieri dà la sua interpretzione sull'utilizzo del VAR

Intervistato dal Corriere dello Sport, l'ex arbitro Tiziano Pieri ha detto la sua sull'utilizzo del VAR

Pieri, fosse lei a capo dell'Ifab e avesse, da solo, la possibilità di decidere cosa cambiare nelle procedure VAR dopo questa prima stagione?

Subito, cancellare le parole "chiaro ed evidente" parlando di un errore. Il VAR è una cosa che si basa sull'oggettività, pur elaborata da una persona, dunque soggettiva. Ma è importante che non diventi una cosa troppo interpretabile.

Un assist per l'uniformità.

Certo, ci sono dei dati che dimostrano quello che dico. Prendete tre arbitri, tutti e tre esperti. Parlo di Banti, Rocchi e Damato: ebbene, il primo fischia 20 falli a partita, il secondo 25 - che poi è la media del campionato italiano - il terzo 30. Capito cosa intendo?

Ovvio, ridurre l'interpretabilità.

Mi rendo conto che per un arbitro sia stata una novità difficile da digerire, infatti l'introduzione è stata graduale. Ma ora è arrivato il momento della verifica. E dei cambiamenti. In serie A abbiamo avuto circa un centinaio di casi rivisti e revisionati dal VAR, quanti sono stati gli episodi rimasti "grigi". Tre o quattro. Questo significa che spazio per la soggettività ce n'è poco.

Chiaro errore, e poi?

La seconda ammonizione. Non è possibile che uno venga espulso dopo una revisione al VAR con un rosso diretto mentre lo stesso non sia possibile se l'espulsione dovesse arrivare con una seconda ammonizione. L'esempio più recente è Inter-Juve: Vecino sì, Pjanic no. Non c'è equità perché, per come è stato strutturato, il protocollo al momento non è equanime.

Gli allenatori hanno chiesto di poter essere protagonisti di questa novità che sta rivoluzionando il modo di arbitrare.

Corretto, è giusto che anche loro abbiamo la possibilità di poter chiamare il VAR, magari una volta a partita o una volta a tempo. Insomma, si può studiare il modo.

Ma il VAR è stato promosso?

Lo abbiamo introdotto in grande fretta, nel modo più veloce. Il bilancio - al netto di qualche errore - è positivo. E gli errori sono stati causati dalla poca capacità di analizzare le situazioni di campo. Annullare il gol dopo il tocco di braccio di Palacio in Bologna-Milan significa non aver mai giocato a pallone.