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Lippi: “Conte e Pirlo due perfezionisti, domenica non decisiva. Quando arrivai all’Inter…”

Fabio Alampi

L'ex tecnico di Inter e Juventus presenta la sfida di domenica sera

Marcello Lippi, in un'intervista concessa a Tuttosport, ha presentato la sfida di domenica tra Inter e Juventus, che vedrà il confronto in panchina tra due suoi ex calciatori: Antonio Conte e Andrea Pirlo.

Buongiorno Lippi, che effetto le fa vedere Conte e Pirlo sulle panchine di una sfida scudetto? E Gattuso poco dietro? E Inzaghi che brilla con il suo miracoloso Benevento?

"Qualche tempo fa il vostro giornale aveva pubblicato un'inchiesta dal titolo: ecco tutti i figli di Lippi. Era spuntata mia moglie mentre ero su quella pagina e ho dovuto rassicurarla: cara, non è come pensi" (ride).

Effettivamente ci sono tantissimi suoi ex giocatori che allenano, anche ad altissimo livello.

"Mi sembra che della squadra campione del mondo nel 2006 siano quattordici su ventitré. E poi ci sono quelli della Juventus: Zidane, Deschamps che anche lui ha vinto un Mondiale, Paulo Sousa, Montero, sono tanti e sa cosa significa?".

Che in qualche modo li ha ispirati.

(ride) "No, che si diventa vecchi!".

Domenica Pirlo sfiderà Conte in una partita che vale una percentuale di scudetto: anche questo è motivo di orgoglio. Li vedeva già allenatori?

(ride) "Qui se uno vuole fare bella figura può tirare fuori la formuletta: quando li vedevo in campo intravedevo già nel loro modo di interpretare la partita il loro talento da allenatori. Potrei dirlo, ma non sarei sincero. La verità è che si tratta di due ragazzi di grande, grandissima intelligenza, sempre molto attenti a quello che succedeva intorno a loro, sia in allenamento che in partita. Due che capiscono il calcio e quindi lo possono spiegare e insegnare. Conte ha sempre avuto quella maniacale applicazione che ora mette nel lavoro di allenatore. E anche Pirlo è sempre stato un perfezionista con una visione di gioco superiore alla media".

Quanto inciderà Inter-Juventus nella lotta scudetto?

"Non tantissimo a livello di punti. Anche se dovesse vincere l'Inter e allungare mancano ancora troppe partite perché possa essere considerata una sentenza. A livello di crescita mentale, tuttavia, vincere o perdere può fare la differenza. L'Inter è più avanti, perché Conte è lì dall'anno scorso, ha migliorato, perfezionato, sistemato le pedine giuste al posto giusto. Andrea sta compiendo un cambiamento radicale, sta impostando un atteggiamento nuovo, cerca di giocare in modo diverso e mi sembra stia iniziando a raccogliere i primi frutti. Sarà una sfida meravigliosa".

Le difficoltà ambientali di Conte all'Inter le ricordano le sue nel 1999-2000?

"Ma no, credo che siano situazioni differenti. Le mie difficoltà erano rappresentate dal fatto che avevo trovato una squadra completamente da ricostruire, che l'anno prima era arrivata dodicesima cambiando quattro allenatori in una sola stagione. Non credo che si possa dire che passare dalla Juventus all'Inter sia difficile a prescindere. Basti pensare a quello che ha fatto il Trap, che all'Inter vinse uno scudetto record".

Che difetti hanno Inter e Juventus?

"Forse sono entrambe un po' troppo dipendenti da un solo uomo: Lukaku da una parte e Ronaldo dall'altra. Senza quei due giocatori il potenziale delle due squadre diminuisce notevolmente. D'altra parte si tratta di fuoriclasse notevoli".

Chi deciderà la sfida di San Siro, dunque, uno fra Lukaku o Ronaldo?

"Ma no! Magari un altro. Il fatto che loro siano fondamentali per le due squadre non significa necessariamente che decideranno lo scontro diretto. Anzi, di solito queste partite hanno protagonisti inattesi".