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Lippi: “Conte e Zidane, due leader. Inter e Real non al massimo. Pronostico? Spero che…”

Fabio Alampi

L'ex ct della Nazionale racconta la sfida tra due dei suoi allievi

Marcello Lippi, intervistato da La Gazzetta dello Sport, ha parlato di Antonio Conte e Zinedine Zidane, due suoi ex giocatori che questa sera si incoceranno sulle panchine di Inter e Real Madrid.

Com'erano Conte e Zidane?

"Due leader. Ne ho avuti tanti in quel periodo. C'era il leader carismatico, che diceva la parola giusta al momento giusto, quello tecnico, quello caratteriale. Zizou era il leader tecnico, tutti gli davano la palla perché risolveva qualsiasi situazione, era "lo schema": si smarcavano sapendo che li avrebbe visti e lanciati. Antonio era un leader caratteriale, trascinatore in allenamento e gara".

Conte è un tipo speciale.

"Come una batteria che si carica da sola e dà energia agli altri. Era il capitano, i tifosi gli dedicavano i cori, s'infortunò. Doveva star fuori a lungo. Nello stesso periodo Del Piero aveva qualche problema: non riusciva a dare il meglio. Una sera, parlando con Peruzzi, venne fuori un'idea: e se gli dessimo la fascia? Improvvisamente responsabilizzato, Ale ritornò grande. E quando Antonio recuperò dall'infortunio gli spiegai: "Non ti ho tolto la fascia, ho solo aiutato Ale, adesso gliela lascerei". E lui: "Nessun problema". Ma gli spiaceva, e si capiva. Non poteva essere diversamente".

Zizou era meno grintoso?

"No, era molto concentrato, ci teneva sempre a far bene. Ha avuto un momento difficile all'inizio, quando non riusciva a giocare come voleva. Venne da me un po' affranto: "Mister, non riesco a esprimermi, forse è meglio che me ne vada". Lo guardai e gli dissi: "Ma sei impazzito? Ti assicuro una cosa: finché sarò allenatore della Juve tu giocherai sempre!". Si mise a ridere, ci stringemmo la mano, quella domenica segnò due gol. Non si fermò più".

Si aspettava che sarebbero diventati colleghi?

"Di Zizou non l'avrei pensato. Ci incontravamo d'estate a Ibiza, pranzavamo, e quando gli chiedevo "che cosa farai?" rispondeva: "Non ho deciso, ho tante cose per la testa". Poi un giorno: "Proverò a fare l'allenatore". Andò a vedere gli allenamenti del Real, poi la panchina del Castilla, poi vice di Ancelotti... Impressionante il parallelo con Pirlo che mi diceva le stesse cose: s'è guardato attorno per un paio d'anni, poi mi ha rivelato di volerci provare con l'allenamento. Antonio no: si capiva subito che avrebbe fatto il tecnico e che aveva voglia di trasmettere le sue qualità a un gruppo di giocatori".

Ed è arrivato il giorno della grande sfida.

"In un momento particolare. Né Inter né Real sono al massimo. Zizou ha recuperato in Liga vincendo il Clasico, Antonio sta giocando bene, il suo è più che altro un problema di risultati. In estate la coppia Lukaku-Lautaro ha fatto cose straordinarie, senza Lukaku l'argentino soffre un po'. Non ho capito come il Real abbia potuto perdere in quel modo con lo Shakhtar: forse non c'era Ramos, forse troppo turnover. Questo rischia di essere uno spareggio e...".

E?

"E Zizou non se la prenderà, ma spero vinca un'italiana".