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Lippi Jr: “Mio padre meritava il ruolo da dt. Il regolamento è assurdo…”

Francesco Parrone

Il figlio dell'ex ct azzurro non ci sta: "E' assurdo che mio padre non possa lavorare in FIGC"

Davide Lippi torna sulla decisione del padre Marcello Lippi di ritirarsi dalla corsa per il ruolo di direttore tecnico della FIGCa causa del suo lavoro da agente FIFA: "L'albo degli Agenti FIFA non esiste in Italia, c'è stato un cambio di regolamento per cui esiste un albo FIFA, ma la regolamentazione italiana è tutta da sistemare - ha dichiarato a Radio CRC -. Detto questo, sono agente FIFA, ho sempre fatto e continuerò a fare il mio lavoro seriamente. Mi spiace davvero tanto perché avevo letto tra le righe una grande emozione in mio padre nello svolgere il ruolo di direttore tecnico e adesso sono triste perché aveva scelto di prestare un servizio alla Federazione e al calcio italiano e invece tutto ciò non accadrà.

A 69 anni, dopo tutto quello che ha fatto nel calcio italiano e dopo aver portato in alto la bandiera dell'Italia nel mondo, pensavo che meritasse questo ruolo invece non potrà svolgerlo per colpa di una clausola di un regolamento assurdo e perché io da 15 anni svolgo la mia attività con professionalità dopo aver fatto un processo di 2 anni penale e dopo averlo vinto".

IL COGNOME POTREBBE INFLUIRE - "Quando mio padre ha vinto il Mondiale ero agente FIFA e in nazionale avevo un solo giocatore in procura, Massimo Oddo, che non giocò nemmeno un minuto. Da quando questo regolamento è stato approvato, non penso di essere l'unico caso, ma quando si parla di Davide Lippi diventa tutto un caso.

Mio padre mi ha sempre detto: tanti nemici, tanto onore, ma da figlio sono dispiaciuto. Mio padre è un grande uomo, aveva deciso di restare in Italia a lavorare, ma non potrà farlo. Nutro grande rispetto per lui e quando rileggo le parole che mi ha dedicato ancora mi emoziono. Guarderemo avanti, siamo persone serie e andiamo avanti per la nostra strada".