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Mason: “Ho 14 piastre di metallo sul cranio e 28 viti. Ricordo che il dottore…”

Gianni Pampinella

L'ex giocatore ricorda il terribile infortunio che mise fine alla sua carriera di calciatore

Era il 22 febbraio del 2017 quando uno scontro aereo tra Gary Cahill e Ryan Mason provocò la frattura del cranio di quest'ultimo. Un terribile infortunio che costrinse il 27enne giocatore a lasciare il calcio. Intervistato da Four Four Two, Mason ricorda quel terribile infortunio: "C'era un angolo, la palla è arrivata, ho saltato e improvvisamente ho sentito un'incredibile forza schiacciarmi la testa: era un dolore inimmaginabile", racconta Mason. "La gente pensa che io non ricordi nulla, ma ricordo tutto, ricordo che il dottore arrivò di corsa. Il dolore era insopportabile, era come una bomba che esplodeva nella tempia destra". L'ex giocatore elogia il medico della squadra, la cui decisione "probabilmente" gli ha salvato la vita. "Quella decisione mi ha probabilmente salvato la vita. Si rese conto che mi ero fratturato il cranio e che potevo avere ferite al cervello perché il lato destro della mia faccia era cadente e paralizzato, e il conducente dell'ambulanza voleva portarmi all'ospedale più vicino, il dott. Mark Waller si è rifiutato, ha insistito affinché venissi portato a St Mary's".

"Abbiamo attraversato due ospedali prima di arrivarci, e se mi avessero portato da un'altra parte le cose sarebbero potute finire diversamente. Dormivo tra le 20 e le 22 ore al giorno, ma il più delle volte dovevo dormire. Sapevo di avere graffette e placche metalliche sulla mia testa, sei mesi dopo i medici sono venuti da me e hanno spiegato esattamente tutto. Mi hanno messo 14 piastre di metallo sul cranio e 28 viti che le tengono in posizione, sono stati usati 45 punti per chiudere la ferita lungo la mia testa. Le graffette non erano esattamente belle".

(FourFourTwo)