Nella intervista fatta da Repubblica di oggi a Walter Mazzarri, c'è un passaggio molto intimo e di grande umanità in cui l'allenatore dell'Inter racconta il suo rapporto con la famiglia, che non lo ha mai seguito dal 2001, ossia quando ha iniziato ad allenare: «Quando iniziai ad Acireale, con il serio rischio di un esonero in tempi brevi, mio figlio Gabriele aveva 5 anni e non ce la sentimmo di fargli iniziare la scuola lontano da casa. Così, lentamente, ho tenuto mia moglie e mio figlio lontani dalla mia vita. A volte chiedo a mia moglie se sa che mestiere faccio... Ci siamo visti poco in questi 12 anni. Uno dei miei crucci è di non esserci stato negli anni più belli di Gabriele. Quando tornavo ero come un mammo, per carità, lui dormiva sempre con me, in vacanza non ci staccavamo mai. Ma ricordo certi distacchi brutti, quando allenavo a Reggio uscivo alle 5 di mattina e lui piangeva, perché non sarei tornato che due settimane dopo. Ho trascurato lui e la mamma, sono stato via tanto. Ora ha 18 anni, vado ad abbracciarlo e non mi vuole più, mi manda via. Per forza, ormai è un uomo. Ma spero che capisca, un giorno, perché il papà ha scelto questa vita».
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Mazzarri e la famiglia: «Ho fatto scelte laceranti, mio figlio Gabriele…»
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