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O’Keefe (portiere), curriculum a 48 club: “Ho fatto un file excel, preso buste d’oro e…”

Sabine Bertagna

Storia di un portiere inglese che voleva giocare a tutti i costi in Spagna

Conor O'Keefe, studente di economia, è diventato portiere del Fuenlabrada seguendo un percorso decisamente alternativo. Lo ha raccontato in una lunga intervista al Guardian, ricordando tutti gli stratagemmi utilizzati per farsi ingaggiare da un club spagnolo: "Mi è sempre piaciuto il calcio spagnolo. Non mi consideravano alto per fare il portiere? Claudio Bravo, Marc-André Ter Stegen e Keylor Navas non sono alti ma vincono titoli." Per cercare un club in Spagna Conor ha prima scritto e inviato una lettera a 48 club, poi ha preso un volo a luglio, noleggiato un auto e dormito in un Airbnb per visitarli tutti: "Se non posso avere un agente farò quello che fa un agente. Ho creato un foglio Excel e ho inserito tutti i club dalla massima serie in giù. Ho trovato gli indirizzi dei club, li ho inseriti su Google Maps e ho visto quelli a meno di un'ora da Madrid. Ho trovato tutti i numeri di telefono degli uffici e gli indirizzi e-mail. Ci ho messo una settimana a scrivere a tutti, sembrava fantastico. Li ho mandati tutti via mail ma niente. Però avevo gli indirizzi quindi ho pensato: 'Scriverò le lettere a mano'. E mi sono ricordato di un imprenditore che diceva di aver scritto agli investitori utilizzando buste d'oro. Se ricevi una lettera in una busta dorata pensi: 'Interessante'. A Ryman ho comprato circa un centinaio di buste durate, che non sono per niente economiche. Ho mandato due buste a tutti gli indirizzi, tutte scritte a mano in spagnolo (tradotte dalla mia ragazza Frankie). Il postino è il mio migliore amico, mi vedeva tutti i giorni all'ufficio postale. Mi aiutavano a leccare i francobolli, a pesare le buste e a mandarle. Ma ancora niente risposte".

"Allora mi sono detto: ' Andiamo. Abbiamo il nostro foglio excel, abbiamo i nostri indirizzi e abbiamo una settimana a disposizione.' Abbiamo preso il volo il 12 luglio, noleggiato una macchina , soggiornato in un Airbnb e visitato otto, nove, 10 club al giorno. All'Atlético Madrid ho consegnato a una guardia di sicurezza una lettera per il Cholo Simeone. Al Real non ci siamo mai avvicinati: il cancello è a mezzo miglio dal campo di allenamento vero e proprio. Siamo entrati al Getafe e al Leganés: ci hanno permesso di seguire gli allenamenti. La maggior parte di loro erano molto gentili e abbiamo avuto un po 'di faccia in faccia. Avevo alcune frasi fatte che ripetevo - non parlavo spagnolo - e poi parlava Frankie." 

Un giorno l'allenatore dei portieri del Rayo passò mentre stavamo lasciando un'altra lettera alla reception. Lo hanno raggiunto e O'Keefe lo ha convinto a farsi ammettere agli allenamenti con la squadra B. Ma un sms una notte poche settimane dopo gli aveva comunicato che il suo posto era stato preso da un altro portiere. "Mi sembrava di aver fallito", ricorda O'Keefe. Nel frattempo però lo aveva contratto il Fuenlabrada: "Hanno detto di aver ricevuto quattro lettere dorate: due per l'allenatore e due per l'allenatore del portiere", continua il portiere. Avranno pensato: 'Chi è quel pazzo inglese che manda lettere in buste d'oro?' Avrebbero potuto farsi una risata enorme e scherzarci, e cestinarle, ma hanno apprezzato lo sforzo e mi hanno chiamato." Questa è la storia a lieto fine di Conor O'Keefe, portiere che non si è arreso finché non ha trovato una squadra disposta ad accoglierlo. Stasera Conor incontrerà finalmente il Real Madrid in Copa del Rey. Anche se non sarà in campo, sarà una soddisfazione indescrivibile.

(Guardian)