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Pastorella (TS): “Polemiche arbitrali? Il vittimismo non giova all’Inter”

Riccardo Fusato

L'editorialista di Tuttosport, Federico Pastorella, dice la sua, sulle polemiche arbitrali nel post di Juventus-Inter

L'editorialista di Tuttosport, Federico Pastorella, dice la sua, sulle polemiche arbitrali nel post di Juventus-Inter: "Una volta si ironizzava su chi avrebbe portato il pallone e chi l'arbitro (ovviamente la Juve...). Adesso si può ironizzare su chi, invece, sicuramente non potrà portare il direttore di gara: ovvero proprio l'Inter, visto che tra proteste, errori e ricusazioni, si stanno esaurendo i "fischietti" a disposizione per la squadra nerazzurra. Un paradosso, ovviamente, al quale i designatori sicuramente non si piegheranno: ma che spiega perfettamente in quale imbuto, o cul de sac, ci si sia infilati. Il vittimismo a oltranza può produrre qualche apparentamento tra tifosi. Può smuovere l'orgoglio ferito. Può creare feeling tra società e platea di sostenitori . Ma non c'è nulla di creativo e di propositivo, in tutto ciò. Serve solo a creare impedimenti soggettivi. E ora che passano i giorni, subentra anche una sensazione di sazietà che evidentemente non tutti riescono a cogliere. Per arrivare, infine, al nocciolo della questione: cui prodest? A chi giova, tutto ciò. Certamente non all'Inter, che approva e sottoscrive la cultura dell'alibi, quanto di peggio possa esistere in ambito sportivo; certamente non agli arbitri, che già sono sotto pressione senza aggiungere polemiche senza fine; certamente non al movimento-calcio, perché siamo ormai restati gli unici a produrre discussioni così veementi con la stessa frequenza con cui si sforna il pane al mattino. Che poi, se vogliamo chiudere con la stessa ironia utilizzata in apertura, possiamo aggiungere che è pure controproducente, tutto ciò: perché proprio Rizzoli insegna (Milan-Juventus, gol regolare di Pjanic annullato ai bianconeri) che se invece di ricusare un fischietto, lo chiami nuovamente ad arbitrare, magari inconsciamente ti dà una piccola mano. Ironizzate, gente, ironizzate..."