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"Boca e San Lorenzo lo avevano scartato, il loro rifiuto lo aveva segnato. Quando gli proposi di venire da noi disse che prima avrebbe preso il diploma. Una risposta intelligente, per quell’età". a parlare così di Lautaro Martinez è Fabio Radaelli, compagno di Zanetti nel Banfield, nonché l’osservatore che lo pescò sul campo del Liniers una sera del 2013, con la sub 17. "In Argentina si crede che i talenti o si trovano a 13 anni o è troppo tardi, ma non sempre è così. Sono bastati pochi minuti per capire che lui era diverso, calciava di destro e sinistro, saltava l’uomo o lo buttava giù col fisico".
Cresciuto seguendo il suo vecchio sui campi della B argentina, il ragazzino del ’97 vuole giocare a calcio come il papà Mario, detto Pelusa, celebre mancino del fútbol bahiense: a 10 anni ha una potenza di tiro fuori dal comune e sul campo grande i suoi corner arrivano fino al secondo palo. "Serio, zitto, metodico. Si allenava con i più grandi nel tempo libero. Quando sua mamma mi disse che voleva mangiare solo pasta in bianco prima delle partite, per stare leggero, capii che forse non scherzava".
(Fonte: Paolo Galassi, la Repubblica 19/3/18)
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