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Raiola e il razzismo: “Giocatori di colore discriminati. La madre di Lukaku era costretta a…”

Marco Astori

Le parole del noto agente, intervistato da Expressen

Intervistato dal quotidiano svedese Expressen, il noto agente FIFA Mino Raiola è tornato sul tema razzismo nel calcio, facendo poi un esempio legato ad uno dei suoi assistiti, Romelu Lukaku, attaccante del Manchester United: "Il calcio è lo sport più democratico di tutti, quindi deve essere uguale per tutti. La gente dice che non c'è discriminazione ma i giocatori di colore ricevono sempre un certo trattamento. E' una discriminazione consapevole. Quando mi chiedono qualcosa di un giocatore di colore, mi chiedono sempre se è come Pogba, Balotelli, Lukaku. Mai mi hanno chiesto 'è come Toivonen? E' uguale a Ibrahimovic? E' uguale a Beckham? I giocatori di colore vengono sempre collocati a parte. Per Lukaku è sempre stato un problema: ricordo che la madre mi disse che doveva portare il certificato di nascita del ragazzo ad ogni partita. Gli altri genitori non credevano avesse 12 o 14 anni: è sempre stato un problema, specialmente quando segnava tre o quattro gol. Era forte fisicamente e la gente non pensava avesse quell'età e che fosse belga: la madre mostrava quindi il certificato".