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Sconcerti: “Napoli squadra, Juve no. Szczesny? Fa paura a se stesso, non sa più…”

Sconcerti: “Napoli squadra, Juve no. Szczesny? Fa paura a se stesso, non sa più…”

Sulle colonne del Corriere della Sera, Mario Sconcerti ha analizzato così del KO della Juventus contro il Napoli

Matteo Pifferi

Sulle colonne del Corriere della Sera, Mario Sconcerti ha analizzato così del KO della Juventus contro il Napoli:

"Partita strana, a lungo dominata dal Napoli, decisa da 3 gol unici nel loro genere. L’errore di Manolas, l’errore di Szczesny, più quello finale, incredibile di Kean, che su angolo, da attaccante puro, mette di testa nella propria porta. Un errore del genere è tramandato negli annali solo per un colpo masochista di Gianni Minà con la Nazionale giornalisti 50 anni fa: confuse letteralmente la porta in piena euforia da acido lattico. Il resto della gara è stato poco concreto ma chiaro: il Napoli è una squadra completa, ha ruoli meno felici di altri, ma questo è un problema di chiunque. Anguissa pesa più di Bakayoko. È una mano santa anche per Ruiz, ne copre le timidezze, ne aiuta gli slanci. Sono sempre pericolose le punte, soprattutto Politano e Insigne. Non sono chiari nell’azione, ma sono insistenti. Per capacità di azioni il Napoli doveva vincere con almeno 2 gol di scarto. Chiellini e Bonucci hanno evitato un crollo che si è visto compiersi nel passare del gioco. La Juve era quello che era. Non c’era. Bernardeschi finge bene, la sua impresa è superare mezzo avversario, poi torna indietro. Morata ha fatto un bel gol, poi è scomparso. Locatelli è stato il meno peggio ma, come detto altre volte, è un mediano intelligente, non il grande giocatore universale. È andato bene Kulusevski nella sua parte preferita, l’uomo senza schema, ma sempre solitario, cioè dentro la rete del Napoli. Diventa oggi importante l’equilibrio di Szczesny. Non sa più affrontare il pallone, fa paura a se stesso. Oggi non è più una situazione sostenibile. In poche parole la sostanza della crisi si sta moltiplicando. Non solo non c’è squadra, ma quelle che vanno in campo sono piene di confusione, passano di modestia in modestia. Questa confusione è in parte della poca personalità dei giocatori, in tutto il resto nella sorpresa del tecnico, preso alle spalle come un ragazzo davanti alla realtà. Due anni di osservazioni imparziali per arrivare a questo vuoto? Dai Max, puoi fare di più.

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