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Sconcerti sulla Serie A: “Se le prime 4 sono grandi, nessuna lo è veramente. La Juve…”

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Intervenuto a calciomercato.com, Mario Sconcerti ha parlato così dopo la giornata di campionato che ha vinto il Milan vincere a Napoli

Matteo Pifferi

Intervenuto a calciomercato.com, Mario Sconcerti ha parlato così dopo la giornata di campionato che ha vinto il Milan vincere a Napoli:

«A Napoli domenica sera ha dominato il Milan, per questo oggi il Napoli sembra rimasto indietro, al di là dei punti che lo separano da Inter e Milan, che sono comunque pochi. Di sicuro la sconfitta sa tanto di occasione mancata. Al Napoli sono mancate le due ali e anche Zielinski, che doveva dare una mano al centrocampo. E il Milan ha vinto anche grazie alle intuizioni di Pioli».

Qual è la sorpresa tecnica del Milan?

«Il Milan ha giocato con tre centrocampisti puri, e il 4-3-3 è stato una novità assoluta. E credo che Pioli andrà avanti così. Tieni conto che Brahim Diaz non ha la caratura di giocare titolare in una grande squadra, è di sicuro un’ottima riserva. A Napoli Pioli in quel ruolo ha schierato Kessie, già provato in passato in un paio di occasioni: Kessie ha fatto il suo lavoro su linee di gioco assai diverse, ma ha fatto una buona partita ed è stato importante per il gioco dei rossoneri».

Intanto la Juve continua a vincere da Juve: con il minimo scarto.

«Sì, ma è un falso problema. La Juve è migliorata, ora è alla pari con le prime tre. Pur con il suo gioco, pur con i suoi limiti: la Juve equivale le prime. Ma ha 7 punti in meno delle prime. E se è questa la miglior Juve, non credo sia in grado di fare tanto di più».

Chi sta giocando il miglior calcio in Italia?

«Le prime tre, a tratti l’ha giocato l’Inter, qualche volta il Napoli, altre volte il Milan. Ma io mi chiederei invece come mai ci sono quattro squadre superiori alle altre. Sono troppe. Negli altri campionati d’Europa comandano una, due squadre, non di più. La verità è che se tutte sono grandi squadre, nessuna lo è. Per la gente di quelle squadre è un bel campionato, perché è incerto e aperto, e in fondo anche divertente».

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