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Simeone, la filosofia racchiusa in un verbo: ‘Credere’. A tutto Cholo: “Mi definisco…”

Il Cholo Simeone ha presentato il suo nuovo libro, "Creer", in italiano credere. Nel corso dell'evento, l'ex Inter ha spiegato la sua filosofia e i dettami del proprio credo

Dario Di Noi

Diego Pablo Simeone ha presentato oggi il suo nuovo libro, "Creer", in italiano "credere", verbo che più simboleggia la filosofia e la voglia di ottenere grandi successi insita e innata nel Cholo. Il tecnico dell'Atletico Madrid, nel corso dell'evento odierno, ha raccontato al mondo i dettami del suo credo.

Con il solito carisma, il Cholo si è definito "un credente del giorno per giorno. Credere nel lavoro, credere nell’amore, nei figli, negli amici. Una parola che sintetizza tutto ciò che si rapporta con la mia vita è ‘credere’. Credo che il mio approdo all’Atletico, quattro anni e mezzo fa, sia accaduto nel momento giusto per il club, per noi come staff tecnico e per i calciatori. Le cose non succedono per caso. Siamo arrivati con un’energia enorme, il club stava passando un momento difficile, ma con tanta forza per poter tornare quello che è sempre stato. Il pallone, per me, è la ragione che ti mantiene in vita. Quando vediamo un pallone, gli occhi partono. Io non intendo la vita né lo sport senza passione. Possiamo sbagliarci, possiamo commettere errori, siamo esposti al fallimento, ma non tollero il mancato apporto. Momenti di crisi? Capisco che sia difficile spiegare perché mi senta tanto bene quando ci sono le difficoltà… Nei momenti di crisi la gente diventa nervosa, probabilmente io lo divento quando vinciamo. Ma quando non vinciamo, io reagisco al contrario: tranquillo, calmo, alla ricerca delle migliori soluzioni per risolvere le situazioni. La tensione? E’ ansia buona. Quando vedo i giocatori ‘light’, la cosa non mi piace. La paura di sbagliare ti deve rendere più attento, più pronto. Alcuni hanno paura di dire che esiste la paura. La sofferenza? Per me la sofferenza è una chiave altissima del nostro successo in questi 4 anni all’Atletico. In questo lasso di tempo, fra il mollare e il continuare, noi abbiamo continuato. Questo ci ha reso differenti, e questo non lo dobbiamo perdere. Se c’è una forza in questo gruppo, è il fatto che si sia sempre partiti da una situazione di impotenza, di quelle che fanno molto male, e si è poi arrivati a toccare un punto tanto alto da superare questa lacuna e vincere".

L'ex giocatore nerazzurro, successivamente, ha trovato modo di parlare della stagione in corso, cominciata in sordina con due pareggi: "Avvio in Liga? Dobbiamo lavorare e migliorare. Credere è andare giorno per giorno, fare quello che ti piace: di conseguenza, si arriva a quello che si desidera. Per fare in modo che tutto ciò arrivi, dobbiamo aspirare a lavorare e a migliorare questo inizio di stagione. Io continuo ad essere trasparente, sto bene e sono contento, abbiamo uno stadio bellissimo pronto per l’anno prossimo, e io spero di esserci. Griezmann ha detto che il rinnovo con l’Atletico è merito mio? Antoine sa che si trova in club meraviglioso, che cresce ogni giorno sempre di più. Un club che gli ha dato la possibilità di essere il giocatore che è oggi, lo stesso club in cui ha trovato un allenatore che lo vuole e compagni che gli permettono di sviluppare il suo talento. E’ destinato ad essere il migliore del mondo".

Infine, il Cholo ha chiuso con due battute, una sulle possibilità di smettere di 'credere' e una sugli obiettivi dell'Atletico al suo arrivo nel 2011: "Se ho mai pensato di smettere di credere? Ho avuto dubbi in alcune tappe della mia carriera. Obiettivi al mio arrivo a Madrid? L’obiettivo era diventare campione, vincere. Noi, come staff, siamo venuti con forza e la pensavamo davvero così. Ho sempre voluto l’Atletico da quando ho iniziato a fare l’allenatore, e quando c’è stata la possibilità mi hanno subito parlato di una squadra ridotta male. Per me, tuttavia, era tutto buono, tutto bello".

(Sport)