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Svizzera, Petkovic: “Italia? Mi piace Barella: ha fatto grandi cose ed è moderno”

Alessandro De Felice

Le parole del commissario tecnico della Svizzera, Vladimir Petkovic, sull'Italia e Barella in vista dell'incrocio a Euro 2020

Vladimir Petkovic si appresta a tornare a Roma con la sua Svizzera a 7 anni di distanza dall'addio alla Lazio. A 4 giorni dalla gara inaugurale di Euro 2020, il ct della nazionale elvetica ha parlato ai microfoni del Corriere della Sera.

L’Europeo si gioca con un anno di ritardo per la pandemia: ci sono differenze?

"Per la prima volta forse si è capito quanto il calcio non sia importante per la vita e si è cominciato a ragionare in maniera diversa. Forse questo fa bene anche al calcio stesso e a noi che ci lavoriamo: abbiamo visto che si può fare tutto con più pazienza".

Oltre a non averlo inventato, l’Italia ha definitivamente superato il vecchio stile di gioco (catenaccio, ndr)?

"È evidente. Già quando allenavo la Lazio, 7-8 anni fa, si cominciava a vedere un atteggiamento più europeo: mi ricordo la prima Juve di Conte che faceva grande pressing, un calcio concreto, con tante verticalizzazioni".

I club in Europa però faticano. Come si può spiegare?

"In A forse manca un po’ di ritmo: per la Var, per i troppi falli, per le simulazioni. Il modello è l’Atalanta: ha un gioco super moderno, anche se per arrivarci servono anni".

E la Nazionale?

"Ha ritmo e cura bene tutte le fasi di gioco. Mancini ha fatto un gran lavoro e ha un gran bel gruppo, con individualità importanti".

Chi le piace di più?

"Verratti si è evoluto molto e gioca da sempre ad altissimi livelli. Barella ha fatto grandi cose ed è molto moderno. Speravo che Immobile mollasse un po’ ma ha ritrovato la vena. I giovani di ottima prospettiva sono tanti, ma senza i vecchietti dietro sarebbe un’altra squadra...".

Il girone con Italia, Turchia, Galles è molto incerto?

"È il girone delle mine vaganti, perché ognuna pensa di poter passare il turno. L’Italia è oggettivamente davanti a tutte, a livello di immagine e di risultati recenti, ma noi pensiamo al secondo posto, anche se non c’è nulla di scontato. Ci vuole tanto rispetto verso le avversarie, con una doppia consapevolezza: possiamo fare tanto e faremo di tutto per riuscirci".

L’Italia ha riportato entusiasmo. Ma prima di sognare è giusto aspettare di affrontare avversari forti?

"Ci sono pro e contro. Abbiamo provato a fare il nostro gioco con Spagna e Germania: non abbiamo vinto, ma abbiamo acquisito consapevolezza e ottimismo".

Il «contro» quindi riguarderebbe solo l’Italia?

"Ha fatto tutti risultati positivi senza affrontare squadre di prestigio: se è vero che tanti giocatori affrontano partite importanti tutte le settimane, forse in una parte della squadra manca l’abitudine mentale a vivere certe sfide, per giunta davanti al proprio pubblico: per qualcuno può essere un peso, per altri un grandissimo vantaggio".