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Francesco Totti non ha nessun messaggio per Luciano Spalletti. Anni dopo quell'ultima stagione travagliata l'ex capitano della Roma prova a voltare pagina: "No per me è stata chiusa nel momento in cui lui è andato via, e io ho smesso di giocare. Per me lì c'è stata la chiusura definitiva. È inutile dire che ci sarebbero altre cose da sottolineare o fare. Non servirebbe a niente, ormai è successo. Ha sbagliato lui, ho sbagliato io, ha sbagliato la società, non so chi ha sbagliato. Ormai è successo. Mettiamolo nel dimenticatoio, giriamo pagina".
Tra le cose più brutte mai fatte in campo, Francesco ci mette due episodi nei quali a stento si riconosce: "Il calcio a Balotelli e lo sputo a Poulsen. Quelle sono state le cose più brutte che potessi fare, cose non da me. Tuttora non riesco a capire come possa aver compiuto gesti simili". E sull'addio al calcio ha aggiunto: "Sapevo che prima o poi avrei dovuto smettere. Bisogna essere realisti. A quarant'anni è pure difficile arrivare e continuare a giocare allo stesso livello. Però nel mio caso sono stato costretto. Neanche costretto, come se avessero voluto mettere un punto, tirare una riga e cancellare. Senza parlarmene, senza rendermi partecipe. Una soluzione si poteva trovare, insieme. Avrei voluto smettere in un altro momento. Avrei voluto essere io a prendere quella decisione, perché quando arrivi a quell'età è anche giusto smettere. Però in quel momento stavo bene fisicamente, stavo bene di testa, non pretendevo niente io perché non ho mai preteso niente da nessuno, non volevo giocare a tutti i costi. No, facevo parte del gruppo e se ogni tanti si riteneva opportuno che io potessi entrare in campo sarei stato pronto. Ma girarmi le spalle e non darmi la possibilità di far vedere che potevo ancora dire la mia mi è dispiaciuto, molto".
(Sette - Corriere della Sera)
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