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Zaccheroni: “5 maggio? La perse l’Inter, sbagliò l’approccio. Icardi? Fenomenale, vorrei…”

Marco Astori

Le parole dell'ex allenatore nerazzurro

Intervenuto ai microfoni de La Gazzetta dello Sport, l'ex allenatore di Lazio e Inter Alberto Zaccheroni ha parlato in vista della sfida di questa sera, anche ricordando qualche sfida passata: "Stasera la vedrò in tv. Qui negli Emirati Arabi trasmettono tutte le gare di Serie A. Stiamo tornando a essere il campionato più importante del mondo, la Premier League è ancora davanti ma ci stiamo riavvicinando e restiamo quello più difficile dal punto di vista tattico. Ero sulla panchina della Lazio: quella Partita la poteva perdere solo l'Inter, visto che noi eravamo fortemente decimati dalle assenze. Avevo difficoltà a trovare 11 giocatori disponibili e feci una formazione che definire sperimentale è poco. L'Inter ha perso quella gara, non l'abbiamo vinta noi. I nerazzurri hanno sbagliato totalmente l'approccio: erano troppo rilassati in campo, gli vidi scendere dal pullman tutti sorridenti: erano convinti di vincere facile, che fosse tutto scontato. Saltavano già festanti sotto la curva nel pre-partita. Potevamo anche abbandonare il campo nel secondo tempo, ma loro non avevano più le gambe e la testa. Non riuscivano più a muoversi in campo, erano come paralizzati. Anche senza avversari avrebbero potuto continuare a giocare per ore senza riuscire più a segnare...".

Al centro dell'attacco biancoceleste c'era Simone Inzaghi.

"Oggi è uno dei migliori allenatori italiani, se ne parla troppo poco di Simone: sta facendo da anni cose straordinarie con la Lazio ed è destinato a diventare un top. Non è più una sorpresa. Ha perso elementi cardini come Biglia e De Vrij ma non si è mai snaturato. Da giocatore non gli riconoscevo la determinazione attuale sfoderata da allenatore. In campo Simone aveva qualità molto importanti, ma gli mancava la cattiveria, la fame. Come allenatore è stato una piacevolissima sorpresa, ai tempi mai pensavo di vederlo nei panni di tecnico".

Come mai?

"Le racconto questo episodio per sintetizzare la sua scarsa determinazione: durante una partita casalinga mi chiese il cambio a pochi minuti dalla fine. Tempo della sostituzione e si becca il giallo. A fine gara gli chiedo spiegazioni e mi dice che si era fatto ammonire perchè avvertiva dolore e tanto il sabato dopo a Torino con la Juve tanto non ci sarebbe stato comunque. Invece di stringere i denti rallentava alla prima difficoltà. Oggi è tutta un'altra cosa, è destinato a fare decisamente meglio come allenatore che da giocatore. Da calciatore non ha voluto sfruttare del tutto le sue potenzialità".

Stasera Inzaghi si troverà di fronte Spalletti.

"Luciano è un grande allenatore e l'ha dimostrato in questi anni. Anche all'Inter ha ottenuto subito risultati, dando una identità importante alla squadra. L'uomo giusto per tornare a vincere? Serve anche una società forte che lo assista...".

Che gara sarà?

"L'Inter è favorita e più forte. Ma per la lotta Champions occhio anche alla Lazio che ha lo stesso allenatore da molto tempo e riesce a gestire bene le situazioni più complicate. Sono due squadre diverse, la Lazio riesce a sorprenderti ripartendo molto bene dalle retrovie mentre l'Inter ha dato il meglio, quando è riuscita a tenere il pallino del gioco in mano giocando nella metà campo avversaria. Inoltre la fisicità dei nerazzurri ce l’hanno in pochi in Europa. Ti fa male, se le dai campo. È superiore per chili e centimetri, malizia ed esperienza".

C'è un giocatore di Lazio-Inter che le sarebbe piaciuto allenare?

"Milinkovic-Savic. Vale quanto chiede Lotito: lo ritengo un giocatore straordinario, capace di vincere i duelli in ogni zona del campo. Tecnica, corsa, forza fisica e strapotere nel gioco aereo, praticamente il prototipo del centrocampista perfetto".

Icardi é il miglior centravanti della Serie A?

"È fenomenale, basta un centimetro di spazio e ti fa gol, le mie squadre le ho sempre costruite sugli attaccanti. Mi sono sempre preoccupato di avere giocatori capaci di segnare e uno come Icardi lo vorrei sempre nelle mie squadre. Aiuta poco la squadra? Intanto datemi un attaccante così, poi nella fase difensiva ci si arrangia...".

C'è un giovane allenatore che segue con interesse e in cui si rivede?

 "Mi piace De Zerbi: lo ho avuto da ragazzino al mio arrivo al Milan. Al di là del 3-4-3 quello che ci accomuna è l'interpretazione di un calcio propositivo, c'è la mano di un tecnico che si applica molto sui dettagli. Il suo Sassuolo pratica un calcio piacevole da vedere, propositivo, organizzato e che porta risultati".

Lei ha guidato anche la Juve: oggi i bianconeri sono i più forti in Europa?

"Possono vincere la Champions: sono i maggiori candidati. In questo momento in Europa nessuna squadra è forte e determinata come loro. Serie A? È la più forte mentalmente, la differenza con le altre nasce lì. Dalla mentalità vincente acquisita nel tempo e che la superiore alle altre. La mentalità ti permette di avere continuità nella prestazione, anche se la squadra bianconera non è quella che gioca meglio. Solo il Napoli si sta avvicinando. L'Inter può essere la terza incomoda: non le manca nulla per lottare per il vertice ma resta un gradino".