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MOU E IL PRESIDENTE: UNA STORIA D’AMORE

Ci sono tifosi e tifosi. C’è il popolo sovrano che ama la sua squadra, la segue in trasferta e in città, nella gioia e nel dolore. Poi c’è lui, il tifoso numero 1. Il Presidente. Colui che in questa squadra ha investito tanto, in...

Sabine Bertagna

Ci sono tifosi e tifosi. C'è il popolo sovrano che ama la sua squadra, la segue in trasferta e in città, nella gioia e nel dolore. Poi c'è lui, il tifoso numero 1. Il Presidente. Colui che in questa squadra ha investito tanto, in ogni senso. Con un coinvolgimento difficilmente misurabile. Messi uno accanto all'altro, Massimo Moratti e Josè Mourinho, potrebbero sembrare, ad uno sguardo frettoloso, poco compatibili. Moratti è l'incarnazione della discrezione meneghina, quella che non ama pavoneggiarsi, pragmatica e mai sopra le righe. Mou può esser questo e tanto altro. Pragmatico e diretto, non si sottrae alle provocazioni. Anzi ne fa una bandiera da sventolare sotto il naso dei potenziali nemici. Adora le sfide e sentirsi in guerra non è una condizione che lo disturba. Anzi. Le ultime uscite di Mou hanno raggiunto livelli di spettacolarizzazione mai sfiorati prima. Tanto che il suo silenzio, dovuto alla squalifica per l'ormai famosa provocazione delle manette, rimbombava su tutti i giornali, anche senza le sue dichiarazioni. Se il trend mediatico si riconosce nel tentativo di scoprire dissidi e divergenze di opinione tra allenatori e presidenti, mettendo zizzania a desta e a sinistra, in casa Inter la risposta arriva in fretta e compatta. Tutti d'accordo nel difendere la causa nerazzurra, facendo quadrato nelle situazioni più delicate. Balotelli, spesso tirato in mezzo a sproposito, ne è un esempio. E al contrario di quanto si è verificato nel passato nei confronti di altri allenatori, con Mou si è creata un'intesa pazzesca. Ciò che dice il portoghese è il pensiero di tutta la società. Che non si tira indietro quando c'è da difenderlo. Moratti si fida e assiste con un sorriso alle provocazioni che il portoghese innesca di volta in volta. E fa un'osservazione fondamentale: è Mou che serve ai giornali e non il contrario. Di quanto Mou stia bene all'Inter non ha bisogno di convincersi. Probabilmente lo ha sempre saputo...