a tutto mourinho

MOU, HAI VINTO TU!

Non è vero che l’Italia intera sperava che l’Inter stasera tenesse alti i colori del tricolore in Europa. Non è vero che il ranking Champions fosse in cima ai pensieri di tutti. No, stasera il popolo fremeva in attesa del rumore dei nemici...

Sabine Bertagna

Non è vero che l’Italia intera sperava che l’Inter stasera tenesse alti i colori del tricolore in Europa. Non è vero che il ranking Champions fosse in cima ai pensieri di tutti. No, stasera il popolo fremeva in attesa del rumore dei nemici nerazzurri in caduta libera. In piena crisi Inter. Un popolo per il quale la più insignificante crepa nel muro nerazzurro è più interessante di qualsiasi crollo istantaneo e definitivo di ogni altra squadra. A Londra, insieme ai fantastici sostenitori nerazzurri (un applauso ragazzi per la vostra tenacia), volavano tanti dubbi e tante paure. L’incubo dell’eliminazione agli ottavi, ormai leitmotiv del percorso europeo dell’Inter. Il caso Balotelli, con un’intera legione mediatica schierata a favore di Mario e contro Mou. La recente frenata in campionato. E poi le gufate di chi dalla Champions era stato abbondantemente eliminato. Ma da Mourinho ci si può aspettare di tutto , tranne banalità. Entra a Stamford Bridge osannato come un eroe e i tifosi che lo acclamano sono quelli della squadra avversaria. Pieni di gratitudine e ammirazione. Quell’ammirazione che in Italia, tolta la grande famiglia nerazzurra, si chiama invidia. Lascia a casa il giocatore più temuto dal Chelsea, Mario Balotelli. Rinuncia alla pura tecnica in movimento pur di impartire una lezione di vita. Schiera una squadra offensiva da far paura. E alla fine di questa incredibile partita, con un secondo tempo nel quale i nerazzurri hanno schiacciato gli inglesi nella loro metà campo, torna a casa con medaglie e distintivi. Con l’unica cosa che il suo presidente ha sempre preteso, dopo anni di astinenza e delusioni. Un futuro nell’universo europeo. Re Leone è tornato a segnare. Che gol! Per definire il carattere di Mou ci mancano le parole. Lo ammiriamo da lontano, sperando che non se ne vada mai. La squadra e il gruppo sono tornati ad essere reattivi e pericolosi. Lanciando segnali a Mario, che da qui potrà (se vorrà) ripartire per ricostruire una credibilità nerazzurra. Perché quella maglietta che si indossa in campo merita un cuore che batte solo ed esclusivamente per lei. Un battito che in campo fa la differenza. Grazie, ragazzi! Grazie, Mou. Come sempre, hai vinto tu…