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Inter, Barella non si ferma mai: dati chiari. La maledizione degli imprescindibili

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Il calciatore nerazzurro sembra appannato nelle ultime apparizioni con club e Nazionale, ma non si è fermato un attimo finora

Eva A. Provenzano

Non si è fermato un attimo. O lo ha fatto solo per pochi minuti. Nicolò Barella era (con Conte) ed è al centro del progetto dell'Inter. Lo rivela il campo, il contratto appena rinnovato e l'uso che Inzaghi fa di lui. Il centrocampista sardo è un faro nel pianeta nerazzurro. Ma pure su quello della Nazionale di Roberto Mancini.

Sa fare tutto là in mezzo ed è un (bel) giocatore di quelli che hanno caratteristiche assolutamente uniche. Non è un caso se il suo valore, di pari passo con la sua maturazione, è triplicato negli ultimi anni. Non è un caso se tre allenatori su tre lo hanno fatto diventare un perno. Perché ha la corsa, ha il piglio, sa rubare palla, sa giocare dietro le punte, sa guardare alla porta. Anche se di recente pali, parate e imprecisione gli hanno tolto la possibilità di esultare. Il carattere frizzantino fa il resto ed è diventato così un uomo squadra, che i tifosi adorano. Barella è uno di quelli che definiscono centrocampisti moderni. Sa fare tutto, appunto. E non è un caso nemmeno se è finito nel mirino di certi club europei. L'Inter vuole tenerselo stretto e farne una bandiera.

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In Nazionale

Nella gara contro il Milan si è fatto male. Un risentimento muscolare che lo ha fatto uscire anzitempo dal campo. Ma in Nazionale è arrivato comunque per le gare decisive alla qualificazione ai Mondiali in Qatar. Lì non è mai stato messo in dubbio il suo recupero. A Mancini serviva ed è stato fatto di tutto per rimettere in piedi uno dei fedelissimi del ct. Dal 10 ottobre del 2018, il giorno dell'esordio nella Nazionale maggiore ha raccolto 34 presenze, 6 assist e 7 gol. In questa prima parte della stagione sono da contare tre pause. La prima per le qualificazioni ai Mondiali, la seconda per la Nations League e quella in atto, sempre per l'approdo a Qatar2022. Su 6 gare disputate dagli azzurri Nicolò ne ha giocate 5, si è fermato solo nella gara contro la Lituania, era l'8 settembre 2021. Su 540 minuti giocati dagli Azzurri il calciatore ne ha giocati 359 (ha segnato un gol contro il Belgio).

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Con l'Inter

Barella è, manco a dirlo, un titolarissimo anche per Inzaghi che lo ha sempre fatto partire da titolare: 12 gare dal primo minuto su 12 in Serie A e 4 su 4 in Champions League. In campionato Barella è stato sostituito 5 volte nel secondo tempo: su 1.080 minuti complessivi giocati nella massima serie italiana, lui ne ha giocati 1.011 (1 gol e 6 assist). In Coppa ha giocato tre partite per 90 minuti e una 84, minuti totali 354 su 360.

In sostanza Barella ha giocato 21 partite su 22 tra Nazionale e Inter: in totale ha collezionato 1.724 minuti su 1.980 giocati con le due maglie. Uno dei più impiegati, insomma. Imprescindibile, evidentemente. Ma pure i supereroi possono avere momenti di stanchezza e si sono visti anche quando si sono presentati errori sotto porta incredibili. L'ultimo ieri nella gara contro la Svizzera della Nazionale. Non è un attaccante, certo. Ma Nicolò ci prova perché con Inzaghi la sua posizione gli permette di essere un punto di riferimento anche là davanti. Contro Juve e Udinese ha fatto sentire la sua presenza in mezzo al campo: sembrava un motorino. Nella gara contro l'Udinese aveva ingaggiato una lotta personale con Silvestri, il portiere avversario, ma non è riuscito ad arrivare al gol. Nel derby però era sembrato in affanno, da un suo errore in mezzo è poi arrivato il gol dei rossoneri. La spia della riserva forse in quel momento si è accesa. È arrivato un risentimento muscolare a dare l'annuncio. Ma alla convocazione della Nazionale ha risposto comunque.

Fase di stanca

Con la Svizzera ha giocato perché ha recuperato dall'infortunio e ci ha messo tutta la generosità di cui è capace. Anche quando Mancini voleva sostituirlo lui ha risposto che riusciva a rimanere in campo. Si è visto tanto orgoglio sì, ma pure tanti palloni persi. La condizione, in questo momento sembra appannata. Capita a tutti e non potrebbe essere altrimenti dato che nessuno finora lo ha fatto rifiatare. La chiamano pausa, ma per chi? Perché Nicolò difficilmente riposerà nella partita contro l'Irlanda del Nord, a Belfast. Dopo il pari di ieri contro gli elvetici saranno tre punti decisivi per evitare lo spareggio e arrivare ai Mondiali e probabilmente Mancini lo impiegherà dal primo minuto. Poi arriverà la sfida con il Napoli e anche in quell'occasione Nicolò sarà irrinunciabile.

Brozovic gli chiede sempre 'Dove sei, Bare?'. La risposta non è difficile. In mezzo al campo, è sempre lì. Avrebbe bisogno di tirare il fiato. Ma non lo farà. Perché non è certo il tipo di arrendersi alla stanchezza. Sa di non potersela permettere e ha imparato anche che tutti si aspettano tutto da lui, sempre. Fa talmente tanto che se fa anche un po' meno si vede e si sente. È diventato imprescindibile. Quella è una maledizione per chi ha talento. Ma è pure un dono da cui derivano grandi responsabilità. E Nicolò non farà nulla per perdere il potere che gli è stato consegnato.

(*dati transfermarkt)

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