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Barella: “Seconda stella all’Inter mio sogno, ci crediamo. Ecco cosa abbiamo in più di tutti”

Marco Macca

Un fantastico per Nicolò Barella, premiato ieri dalla Gazzetta dello Sport nella sezione "Exploit dell'anno"

Un fantastico per Nicolò Barella, premiato ieri dalla Gazzetta dello Sport nella sezione "Exploit dell'anno". E di exploit, Nic, ne ha avuti tanti, per trascinare l'Inter alla conquista del 19° scudetto. Ma il centrocampista sardo, ovviamente, non si accontenta. E, intervistato dalla rosea, dimostra di avere un solo obiettivo in mente: la seconda stella. Ecco le sue parole:

"È stato un anno fantastico. Ma tutto è partito da una sconfitta, in finale di Europa League: da lì è iniziato un lavoro che ci portiamo dietro ancora oggi. Fin da quando ero ragazzo mi ero immaginato un giorno all’Inter, sognando di esserci mentre la squadra vinceva lo scudetto della seconda stella. Ora che ci sono, non mi fermo, voglio che sia già quest’anno. Ci crediamo tutti dentro lo spogliatoio, siamo l’Inter e desideriamo quel traguardo: sarebbe una soddisfazione enorme".

Ok, però la concorrenza è agguerrita. Dica un motivo, uno solo, sul perché l’Inter sarà ancora campione.

«La premessa è d’obbligo: c’è più concorrenza rispetto alla scorsa stagione, credo che il torneo sarà equilibrato fino al termine. Ma qualcosa in più delle altre ce l’abbiamo. Ed è la consapevolezza, l’esperienza. Sappiamo come si vince, l’abbiamo già fatto. E questo aspetto ce la portiamo dentro, ogni volta che scendiamo in campo è una cosa che si sente. La sentiamo noi, la sentono pure gli avversari».

Prima ha usato il termine “soddisfazione”. Detta in maniera chiara: sembra che siate trascinati dalla motivazione di smentire chi vi aveva messo in terza fila dopo il mercato estivo.

«Ed è proprio così. Credo che la stagione stia dicendo che se alcuni giocatori forti sono partiti, altri bravi come loro sono arrivati. Di sicuro, riaffermarsi è più difficile che vincere la prima volta. Siamo spinti dalla voglia di dimostrare che siamo ancora forti, che siamo ancora noi, che sappiamo essere protagonisti. E lo faremo vedere fino alla fine».