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Calhanoglu: “Inter batteva sempre il Milan, ora voglio vincere tutto. Inzaghi…”

Marco Macca

In una lunga intervista a 433, Hakan Calhanoglu ha raccontato tutta la sua carriera, compreso l'arrivo all'Inter dal Milan

Dall'infanzia all'Inter, sempre con la stessa voglia di non fermarsi, di guardare avanti, anche a costo di scontentare qualcuno. La determinazione di chi non si lascia condizionare, e di chi ha in testa solo la vittoria. Ospite d'eccezione dell'ultimo podcast di 433, Hakan Calhanoglu ha rilasciato una lunga intervista al giornalista Metecan Kanbur per parlare di tutta la sua carriera. Lungo capitolo dedicato anche all'Inter, dal suo discusso arrivo in nerazzurro dal Milan alla voglia di vincere in questa nuova esperienza:

INFANZIA - "Ero un bambino con grandi sogni, mio padre era molto severo con me. Volevo sempre giocare a calcio e sfruttavo ogni momento per farlo. Giocavo con i ragazzi più grandi. Ho cercato di fare le cose fatte per bene sempre, per inseguire i miei sogni ed essere quello che sono oggi. Sono orgoglioso di me, la mia famiglia mi supporta in ogni momento. Mio padre è sempre stato con me, mi ha accompagnato in tutti i tornei ed è sempre stato dietro di me. Per questo devo dirgli grazie, come devo sempre ringraziare la mia famiglia. Era anche il mio allenatore, era molto severo. Mi diceva sempre: 'La squadra perde se tu non giochi bene'. Sono sicuro che anche lui ora sia orgoglioso di me. Mio fratello? Siamo una cosa sola, abbiamo iniziato a giocare insieme. Si è infortunato alle ginocchia e ha dovuto smettere di giocare. Ora abbiamo una scuola calcio in Germania e lui lavora lì con i bambini, è felice. Anche lui mi è sempre stato accanto. Era un grande talento".

ORGOGLIO TURCO - "Io sono nato in Germania, ma mia famiglia veniva dalla Turchia. Ho comunque sempre avuto in testa di giocare in Nazionale per la Turchia. Sono orgoglioso di questa decisione, anche perché mi dicevano sempre che se avessi giocato per la Germania sarebbe stato più facile arrivare in un grande club come l'Inter o il Barcellona, ma alla fine ci sono riuscito lo stesso. Ora gioco nell'Inter e nella Nazionale turca. E' la dimostrazione che, se credi in testo, puoi raggiungere qualunque cosa".

SCELTA TURCHIA - "C'era tutta la famiglia seduta a tavola, e io chiesi cosa fosse meglio, se giocare con la Germania o per la Turchia. Tutti mi risposero di scegliere la mia patria, dunque decisi di giocare per la mia nazione. Sono un ragazzo turco e sono orgoglioso di giocare per il paese che amo".

PUNIZIONI - "Talento o allenamento? Dico sempre 50-50. A Manheim avevo un allenatore che ogni volta mi faceva provare per molto tempo, e mi diceva sempre che sarei potuto diventare il miglior calciatore di punizioni se avessi lavorato duro. Mi sono allenato tantissimo per arrivare a questo punto. Credo nelle mie capacità in questo fondamentale".

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