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Inter-Juve, cambiano i colori e i giudizi: ora l’1-0 si può esaltare. Curioso che…

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Contropiede sì, contropiede no. Come possiamo definire una vittoria per 1-0? Perché nel giro di qualche mese i giudizi sono cambiati

Marco Macca

Contropiede sì, contropiede no. Come possiamo definire una vittoria per 1-0? Perché nel giro di qualche mese abbiamo assistito a diversi giudizi al riguardo. Un cambio di prospettiva non del tutto nuovo e piuttosto spiacevole che rende situazioni simili del calcio del tutto differenti, agli occhi di chi vede e ascolta, per mano di chi analizza.

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Oggi, curiosamente, vincere per 1-0 non è più una 'vergogna'. E' un lavoro di cesello, di fini scultori per opere di stile elegante. E pazienza se il gioco e la prestazione complessiva siano degni perlomeno di qualche appunto. Vincere per 1-0 è diventato un fatto calcisticamente lodevole, persino nella corrente guardiolista, predominante nel calcio di oggi. Peccato che qualche mese fa, quando l'Inter di Antonio Conte si laureava campione d'Italia con qualche risultato di misura qua e là (ma anche con il secondo miglior attacco del campionato con 89 gol fatti, a una sola rete di distanza dall'Atalanta), si parlava delle vittorie per 1-0 con analisi che variavano dallo "sporco catenaccio anni '60" allo "stile brutto che basta per vincere solo in Italia". Una polemica spiacevole, che potrebbe legittimamente essere infilata nella lista che comprende le discussioni sui 5 cambi e quelle sugli insulti all'arbitro. Ma forse meglio non approfondire.

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Attesa vana

Curioso come simili situazioni calcistiche possano portare a differenti giudizi. Premesso che non si capisce dove sia l'imbarazzo nel vincere con una precisa idea di gioco, quale essa sia (visto che la nostra scuola calcistica ha prodotto trofei e campioni nel corso dei decenni anche con il tanto bistrattato catenaccio), non si comprende al contempo perché sminuire un risultato e invece esaltarne un altro del tutto identico. Anzi, se proprio vogliamo dirla tutta, quell'Inter era 'fatta apposta' per giocare in quel modo. Qualcuno potrebbe storcere il naso di fronte a tale considerazione, ma in quel momento la mossa di Conte è stata la più azzeccata e intelligente che un allenatore potesse fare. Abbassare il baricentro e consentire così a gente come Lukaku, Hakimi, Lautaro e Barella di esaltarsi negli spazi ha rappresentato la svolta di un'Inter che poi ha trionfalmente portato a casa uno scudetto tutt'altro che scontato. Il segnale che un grande allenatore può giocare in modo diverso, ma provando sempre a esaltare le qualità degli uomini a propria disposizione.

Difficile, però, dimenticare la continua gogna pubblica riservata alla squadra dominatrice del campionato. "Brutta e antica", in tanti si sono affrettati a dire. E, allora, la domanda sorge spontanea: perché, chi vinceva 1-0 ieri era datato e invece chi lo fa oggi è chirurgico? Porsi domande per abbattere differenze che non hanno senso di esistere. Nell'attesa, forse vana, che il calcio diventi uguale per tutti, indipendentemente dalla maglia.

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