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Crespo: “Lautaro il nuovo Aguero. Io all’Inter? Moratti mi prese così. Sogno di tornare a San Siro”

Le parole dell'ex attaccante

Marco Astori

Intervenuto ai microfoni di Sky Sport, Hernan Crespo, ex centravanti dell'Inter, oggi tecnico del Defensa y Justicia, ha parlato di diversi temi, dall'emergenza Coronavirus all'esperienza in nerazzurro.

Come stai?

Sto bene, in quarantena come tutti: è il 20esimo giorno. Verrà prolungata, ma ci adattiamo: è il momento di pensare agli altri e meno a noi stessi. E' dura, ma uno deve imparare a vivere con le proprie cicatrici: io sto lavorando come allenatore e provando a fare la mia gavetta per poi tornare in Europa e perché no in Italia. Quando uno segue la passione, sa che lo zaino è duro da trascinare. Niente è scontato, devi lavorare sodo per raggiungere i traguardi che ti aspetti.

Nel calcio di oggi c'è un calciatore che ti assomiglia?

Faccio fatica: sono cresciuto con l'etichetta di Maradona ai mancini, non voglio caricare nessuno. Ci sono centravanti che mi piacciono, lasciando Ronaldo e Messi: tra i terrestri dico Lewandowski, Suarez e Benzema anche. Io dico il polacco perché è più pulito concettualmente nel modo di giocare.

Chi scegli tra Ronaldo il Fenomeno e CR7?

Per quelli della nostra generazione Ronaldo era il Fenomeno. CR7 ha avuto la fortuna con Messi di incontrarsi e migliorarsi: Ronaldo non ha trovato nessuno forte per stimolarlo, era troppo forte. Era diverso, era straordinario per progressione e fantasia: non gli abbiamo dato lo stimolo per migliorarsi di più. Era inarrivabile, i modi con cui segnava e la bellezza dei gesti tecnici erano fantastici: Ronaldo ha un talento enorme, ma ha lavorato per arrivarci. Il Fenomeno aveva la fantasia.

Il tuo periodo migliore in Italia?

Io amo l'Italia, sto facendo la mia esperienza per poter tornare. Tutto quello che ho provato è talmente grande, che è difficile scegliere un momento. Non dico sia stato più facile al Milan o all'Inter rispetto alla Lazio, ma con grandi campioni ho cominciato a giocare in meno metri.

Puoi prendere uno tra Lautaro, Dybala e Icardi.

Dipende dal contesto e dagli altri dieci. Icardi lo conosciamo molto bene, così come Dybala: e stiamo conoscendo Lautaro. Fa parte della sua crescita. Nuovo Aguero? Sì, forse un po' meno pulito nel dribbling, ma più uomo squadra: Aguero si disinteressa, Lautaro è sempre nel vivo del gioco. Può giocare da solo o con Lukaku: è un giocatore completo e ha una testa che mi piace molto".

Il difensore più forte mai affrontato e con cui hai giocato?

Ho giocato con tutti forti, ho giocato contro Baresi ed è stato un grande traguardo. A Parma giocavano Buffon, Cannavaro e Thuram: tutti campioni del mondo. E dico sempre che l'hanno vinto grazie a me, si allenavano con me (ride, ndr). Uno che menava? Ho avuto la fortuna di avere la stima del più grande picchiatore, Montero. Gli uruguaiano sono un clan: se stai loro simpatico non è un problema.

Il sogno Scudetto.

Era il mio sogno. Arrivò Moratti dopo Calciopoli e in una riunione con il Chelsea, che mi voleva rinnovare il contratto, io dissi di voler tornare in Italia: mi dissero che c'era Calciopoli e che c'era un casino. Volevano farmi un contratto a vita, mi davano del pazzo: però io ero arrivato sempre secondo e volevo vincere lo scudetto. Ho lasciato il Chelsea e sono andato all'Inter e ho vinto tre scudetti consecutivi.

Andresti ad allenare la Juve?

E' normale che l'affetto verso l'Inter e il Milan sia diverso, non lo so: non è nei miei pensieri. Oggi sto facendo di tutto per migliorare e ambisco a tornare in Italia. Non lo so, è difficile: sono sempre stato avversario, c'è grande rispetto ma tanta competitività.

Quale ti stuzzica allenare?

Gol più bello con l'Inter?

La doppietta ad Amsterdam che ci ha permesso di andare avanti in Champions. Sono stati momenti spettacolari, ricordo la serata del 4-3 di Supercoppa con la Roma da 0-3: o la serata contro la Roma all'Olimpico dove segnai l'1-0. All'Inter sono stati anni magici, sono arrivato quando non si vinceva e l'ho lasciata con la gente felice perché si vinceva sempre. E' stata una grande soddisfazione. L'Inter mi ha dato tanto, affetto impressionante.

Come finisce il campionato italiano?

Quando finiranno i campionati non lo so, ma andranno finiti: anche con una questione di coppe. E' interessante come la Juve stia cambiando filosofia: la Juve sarà di Sarri il prossimo anno perché faranno scelte secondo il suo gusto calcistico. Hanno solisti magnifici, la Juve di Sarri sarà più bella rispetto ad ora. C'è da fare un grosso plauso alla Lazio, alla stessa linea dell'Atalanta: con risorse inferiori riesce ad esprimere un gioco e un grande progetto. Chi ha inferiorità economiche deve sostenere un progetto forte. L'Inter con Conte sai come gioca, è pragmatica che sa cosa vuole: da fuori vedi un'identità molto chiara, è tornata protagonista.

Chi sarebbe il tuo partner ideale? Dybala, Lautaro o Luis Alberto?

Dove casco, casco bene. Purtroppo non gioco più, ma per un attaccante come Immobile Luis Alberto sia l'ideale. Uguale Dybala. E poi c'è la curiosità di giocare con Lautaro, di vederlo crescere: ho molta curiosità. E' la prima stagione di Lautaro dopo Icardi, ha fatto già vedere tanto. Guardarlo da vicino e il suo potenziale è stimolante.

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