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Dzeko, scommessa vinta: per l’Inter è ancora importante. E in testa un’ossessione

Fabio Alampi

L'attaccante bosniaco, nonostante l'età e il ritorno di Lukaku punta a recitare anche quest'anno un ruolo di rilievo

C'è ancora posto all'Inter per Edin Dzeko: l'attaccante bosniaco è andato 2 volte a segno negli ultimi 10 giorni (contro il Milan in campionato e contro il Viktoria Plzen in Champions League), ma il suo contributo è andato ben oltre. Sponde, movimenti per aprire spazi, il tutto con la consueta dose di classe ed intelligenza calcistica. Nonostante l'età (36 anni compiuti) e il ritorno di Lukaku (ora infortunato, ma a breve nuovamente a disposizione), il "Cigno di Sarajevo" punta a recitare anche quest'anno un ruolo di rilievo. Uno scenario non per niente scontato a inizio stagione, come scrive La Gazzetta dello Sport: "A Plzen Dzeko ha dominato la scena e non c'è da sorprendersi. Udine, domani, è la fatica più attesa. Inzaghi cerca un partner per il Lautaro che ha riposato in Repubblica Ceca. E Dzeko va considerato avanti rispetto a Correa nel ballottaggio, anche se la partita non è chiusa".

Vittoria personale e ossessione

"Dzeko intanto la sua partita l'ha già vinta. In estate il suo nome era stato accostato all'ipotesi di una cessione, quando ancora l'Inter inseguiva la chimera Dybala. Il bosniaco non ha mai preso in considerazione l'ipotesi di un trasloco. E sì che la Juventus - ipotesi smentita da tutti i protagonisti all'epoca - qualche messaggio indiretto al bosniaco l'aveva fatto arrivare. È rimasto, per cercare altre avventure c'è tempo, magari anche tornei geograficamente più lontani. Ci sono mille motivi che l'hanno convinto a non staccarsi da Milano. Ma due più importanti di altri. Il primo, di natura familiare: nei prossimi mesi la moglie Amra gli darà un altro figlio, il quarto. Il secondo, "lavorativo": Dzeko ha in testa lo scudetto. Non vuole chiudere la carriera senza aver vinto un campionato in Italia. Ci è riuscito in Germania prima e in Inghilterra poi, i top tornei ai quali ha dedicato la sua vita calcistica. In Italia sette stagioni non sono state sufficienti per raggiungere lo stesso traguardo".

Nuovo ruolo, stessa importanza

"Il suo calo, nella seconda parte del torneo 2021-22, è stato decisivo in negativo: solo quattro gol da febbraio in poi, con l'Inter che vedeva fuggire il Milan. Ha pagato lo sforzo fisico fatto nei primi mesi, come pure la mancanza di una vera alternativa a dargli il cambio. Ora Inzaghi ha un reparto più completo e Dzeko sarà un fattore al contrario. La gestione delle forze è necessaria, il resto lo sta mettendo il bosniaco in prima persona. Ad Appiano il suo lavoro extra campo è maniacale: l'attenzione di Edin nelle sedute pre e post allenamento sono il segreto di un giocatore ancora integro e ancora decisivo, che vorrà esserlo anche a marzo quando la carta d'identità dirà 37 anni. E non sarà impossibile, anche quando tornerà Lukaku, vedere insieme contemporaneamente la Lu-La con Dzeko in campo. Mai dall'inizio, ovvio. Ma a partita in corso, questo sì, magari nelle occasioni in cui ci sarà da sbloccare o rimontare un risultato. Anche perché il bosniaco ha caratteristiche tecniche che non hanno altri in rosa. L'Inter che ha scelto di cambiare strada quest'anno, con Lukaku, è anche la stessa che la scorsa stagione con Dzeko in campo ha avuto il miglior attacco del torneo".