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ESCLUSIVA Mentana: “Inzaghi? Inter più bella di sempre. MVP? Barella. Zhang e InterSpac…”

Mentana Inter
Una parte della lunga esclusiva chiacchierata con Enrico Mentana sul mondo Inter: la versione integrale sul canale Twitch di Fcinter1908.it
Daniele Vitiello Redattore/inviato 

Questione di pochi giorni, nella migliore delle ipotesi. Ma comunque non si andrà troppo lontano, perché l'Inter ha le mani sullo scudetto e non vede l'ora di poter aprire le danze. La prima data possibile, guardando il calendario, è il derby col Milan: una vittoria lunedì sera renderebbe tutto più magico. Per parlare di questo, ma anche di tanti altri temi legati al mondo nerazzurro, abbiamo avuto il piacere di ospitare Enrico Mentana, direttore del TG La7 e grande tifoso dell'Inter, sul nostro canale Twitch. Qui un estratto della lunga chiacchierata, che potete vedere integralmente abbonandovi al canale.

Come vive l'attesa verso Milan-Inter di lunedì?

"Vincere lo scudetto lunedì mi farebbe piacere, ma se dovesse accadere tra qualche settimana non mi cambierebbe nulla. Non godo dell'umiliazione milanista, lo dico chiaramente. Se poi vinciamo lunedì, al termine di una fiera partita, sarò assolutamente felice e festeggerò tutta la notte. Se andrò allo stadio? No, ho il telegiornale. Tra le 20:35 e le 20:45 ci sarà la vera maratona, quella che mi riporterà a casa per mettermi davanti al televisore".


Inter Inzaghi

Il protagonista di questa stagione?

"Assolutamente Barella. Genio, sregolatezza, ma anche metodo e altre cose. Calhanoglu è stato straordinario fino a Madrid, poi è andato a corrente alternata. Lautaro meraviglioso, fino alla cesoia del digiuno. Quando la squadra ha iniziato a faticare ci sono stati giocatori che hanno sopperito con classe e qualità, tra cui Barella. La sorpresa invece è Thuram, così come Sommer che ha dato ulteriore tranquillità alla difesa. Noi abbiamo perso Lukaku, Dzeko, Handanovic, Onana, Brozovic, per cui ci è andato tutto molto bene. Avessimo preso Scamacca, saremmo anche già campioni da un paio di settimane".

Dove collochi Inzaghi tra gli allenatori della storia dell'Inter?

"Quello che ha fatto giocare meglio l'Inter da quando ne ho memoria. I grandi 'assertivi' sono stati Herrera e Mourinho, che abbiamo visto ora imitazione di se stesso e quanto possa far danno. Inzaghi con capacità e cultura del calcio ha dimostrato di essere innovativo. Fossi in Bastoni, tutte le mattine andrei sotto casa di Inzaghi a lasciargli dei fiori prima di raggiungere Appiano. L'Inter è una squadra che è bello vedere. Pochi giorni fa ho incrociato Sacchi, verso il cui Milan avevamo un complesso di inferiorità. Inzaghi ha fatto un'Inter verso la quale allo stesso modo bisogna togliersi il cappello. Si è sempre vista una squadra in cui ognuno aveva un ruolo e poteva portare il gioco ad un livello superiore".

Mourinho non è più quello di una volta?

"E' come quei compagni di scuola più bravi di tutti, ma che poi smettono di studiare e te li ritrovi ubriachi al bar. Ha cominciato da qualche anno ad allenare i tifosi al posto dei giocatori e si vede. Ci sono giocatori che con lui sembravano da Serie B e ora sono da nazionale. El Shaarawy, ad esempio, ha subito una trasformazione clamorosa, ma anche Pellegrini e tanti altri. Non siamo ingrati, ma la Roma era di gran lunga la squadra che giocava peggio nel campionato italiano".

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Che peso ha avuto la finale di Istanbul? 

"L'Inter di Inzaghi giocava bene. Se lui non avesse avuto il tradimento di Lukaku di notte, forse avremmo tenuto Dzeko o preso Scamacca e la stagione sarebbe stata diversa rispetto al dramma di sostituire Lautaro con Arnautovic, coevo all'Inter con la storia di Mourinho. Potevamo prendere anche Pandev... Scherzi a parte, si sapeva che fosse una soluzione dell'ultima ora. Con un attaccante in più forse saremmo andati anche più avanti in Champions. L'anno scorso nel cammino europeo siamo stati anche fortunati. La prova di autostima deriva dal non aver perso 5-1 col City e dall'aver lasciato il campo con la sensazione che con un po' di fortuna le cose sarebbero potute andare diversamente".

Ha chiesto a Sacchi delle parole verso l'Inter?

"E certo, mica faccio finta di niente. Gli ho detto 'Arrigo, ma che ca*** hai detto?' (ride, ndr), lui ha smentito assolutamente di aver detto quelle cose. Aveva appena detto che l'Inter di Inzaghi giocava bene, per cui non aveva senso sparare la fesseria sui debiti". Anche fosse stato impavido di fronte all'evidenza di aver detto una cosa sbagliata, non avrei potuto disconoscere quello che ha fatto anni fa. Non è che se tra 20 anni incontro Mourinho rincoglionito, allora gli dico che non può aver fatto grande l'Inter".

Come immagina la proprietà dell'Inter l'anno prossimo?

"Non ne ho la più pallida idea. "Se un'altra società, dal Milan alla Juventus, o qualunque altra, avesse un presidente che non si vede in Italia da un anno, quante pernacchie faremmo? L'unica volta che ho polemizzato con Zhang è stato quando diede del pagliaccio al Presidente della Lega in periodo Covid, perché un ragazzo di 27 anni non può arrivare in Italia e dare le patenti in giro. Ma era un altro periodo. Se sei Galliani, De Laurentiis, Marotta, allora puoi prenderti sulle spalle il peso di una polemica. Ma se a malapena riesci a individuare Milano sulla cartina dell'Italia, se non dell'Europa, stai un pochino più schiscio.

La presenza impalpabile della proprietà permette di avere una presenza di manager palpabilissima, dalla società allo staff tecnico, che addirittura può essere stato un vantaggio. Il prossimo anno legittimamente i tuoi tifosi, ma anche investitori economici e commerciali, chiederanno altre responsabilità e obiettivi internazionali al di là del campionato. Bisogna per forza di cose fare degli investimenti per pensare di fare questo tipo di percorso. Servirebbe anche un nome in più che faccia sognare la tifoseria, biglietto da visita per le trasferte. L'anno scorso è andata benissimo sul mercato, perdendo Skriniar, Onana, un pezzo di cuore come Brozovic, e non ne abbiamo risentito. Non può però essere sempre domenica. Noi dobbiamo ringraziare soltanto un grande presidente che ci ha dato qualcosa di importante: Andrea Agnelli ha fatto un grande autogol lasciando andare Marotta. Sarà magari un vantaggio che la presenza della proprietà sia impalpabile, ma è un dato di fatto".

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Icardi lo riporterebbe all'Inter?

"E' un giocatore che avrebbe le palle e le spalle. Il vantaggio di conoscere la piazza, e le palle di non inchinarsi alla Curva quando gli è andata contro. Se fosse single sarebbe il più grande campione del continente. Aveva doti straordinarie: toccando tre palle, faceva tre gol. Vedrei bene un attacco Lautaro-Thuram, con Icardi pronto a entrare. All'Inter ci sono stati pochi attaccanti con la sua capacità realizzativa. Non ci fosse stata Wanda, di Icardi si parlava molto più bene che male. Se dici 'provo a prendere Icardi' e si presenta Wanda come agente, fai bene comunque a non riprenderlo. Se parliamo del calciatore, non è l'ultimo che prenderei. Ovviamente Icardi non tornerà, è pura disputa accademica".

L'idea InterSpac è ancora viva?

"C'è gente, come il sottoscritto, che ha tirato fuori soldi. Ritengo che avere un azionariato popolare darebbe un ancoraggio territoriale e reputazionale che sarebbe utile soprattutto a una proprietà straniera. Come mai Zhang mai interessato? Perché per la loro famiglia nei momenti di grande difficoltà essere proprietari dell'Inter è stata un'ancora di salvezza. Se non c'entri nulla col calcio, con l'Italia e con l'Europa e compri una squadra di calcio vuol dire che hai altri interessi, tra cui quello di dire 'ho un asset laggiù in fondo, se mi fate del male facciamo una figura di m*** in Italia e in Europa".

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