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Inter, le colpe di Inzaghi nella crisi. La prima cosa da fare non è l’esonero

Daniele Vitiello

L'analisi sul momento che sta attraversando la squadra nerazzurra all'indomani della sconfitta con la Roma al Meazza

L'Inter è crollata nuovamente sotto il peso del momento di difficoltà che sta attraversando. Anche contro la Roma, la squadra ha perso grinta e vigore al primo episodio sfavorevole e non è riuscita a risalire la corrente. Un tempo, nemmeno troppo lontano, lo avrebbe fatto col coltello tra i denti. Ora, invece, coloro che dovrebbero trascinarla fuori dalle sabbie mobili sembrano i primi coi piedi piantati.

E la frenesia di alcune giocate è tentativo maldestro di nascondere la paura di non essere all'altezza. La si legge chiaramente sui volti di quelli che per mesi abbiamo creduto leader tecnici e caratteriali dello spogliatoio, in virtù di un lavoro che sulla testa, prima che sulle gambe, Antonio Conte aveva svolto e lasciato in eredità a Simone Inzaghi. Qualcosa si è inceppato a metà stagione scorsa e l'Inter l'ha già pagata a caro prezzo, con uno scudetto svanito più per demeriti propri che per meriti altrui.

Il gioco prevedibile non aiuta i nerazzurri

La musica non è purtroppo cambiata. Le note stonate delle ultime settimane maltrattano le orecchie di un tifo che, continuando a collezionare sold out, meriterebbe tutt'altra sinfonia. Non promesse social o vuoti slogan in conferenza, seguendo il brutto esempio della politica contemporanea, ma dimostrazioni d'orgoglio sul campo delle quali finora non c'è traccia.

Stupisce l'ostinazione di Inzaghinel proporre sempre il solito canovaccio tattico, anche davanti a palesi difficoltà nell'applicarlo nel migliore dei modi. Potrebbe mescolare le carte alla ricerca del jolly, invece continua a spingere sull'acceleratore delle sue convinzioni, nonostante l'auto nerazzurra si sia ormai schiantata contro un muro e sembri non avere più margini di manovra. In questo momento l'esonero potrebbe addirittura rappresentare un ulteriore boomerang, ma il tecnico si sbrighi e faccia qualcosa. L'Inter perde scontri diretti, convinzioni e terreno dalla vetta: perseverare in questo limbo potrebbe portare ripercussioni disastrose.

Inter, Inzaghi risolva l'alternanza tra Handanovic e Onana

A tal proposito, un suggerimento proviamo a darlo. Sottovoce e col massimo rispetto dei ruoli. La gratitudine per quanto Samir Handanovic ha fatto in tanti anni di Inter non è in discussione, ma il tempo passa per tutti e sottolinearlo oltre diventa anche stucchevole. La dirigenza è intervenuta in estate per garantire a Inzaghi l'erede dello sloveno, che però continua a scendere in campo e a mettere non di rado in imbarazzo i compagni con interventi goffi come quello che non ha evitato il gol di Dybala.

Riflessi e tempi di reazione non sono gli stessi di una volta, serve il coraggio di imporre un avvicendamento definitivo con Onana. Il camerunense avrà anche lui i suoi limiti, ma ha già dimostrato maggiori stimoli e voglia di imporsi. Soprattutto ha bisogno di giocare, per riprendere la confidenza che si è arrugginita col lungo stop. Anche l'età è dalla sua, non c'è motivo di trascinare oltre un rebus che di certo non aiuta nessuno.