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Inter, Inzaghi vuole risposte da big e difesa. Ieri ad Appiano ronzava nell’aria una parolina…

Alessandro De Felice

I nerazzurri si leccano le ferite dopo la sconfitta nel derby contro il Milan: ora c'è il Bayer Monaco in Champions

Nessun intoccabile. L'avvio di stagione altalenante dell'Inter sta mettendo in crisi le gerarchie di Simone Inzaghi. Ora, infatti, nessuno è più sicuro del posto: dalla coppia Bastoni-Barella a Calhanoglu, passando per Skriniar e De Vrij. E all'orizzonte c'è la sfida contro il 'carrarmato' Bayern Monaco:

"L’Inter, spalle al muro con 2 cadute in 5 partite (solo tre volte era accaduto negli ultimi 20 anni), può collassare o riemergere - scrive La Gazzetta dello Sport -. In ogni caso, il tribunale della Champions rischia di ridefinire le gerarchie e orientare la stagione: va ritrovata la fame, oltre che la rotta".

Ieri ad Appiano Gentile, Simone Inzaghi ha parlato con la squadra e ha battuto sul tema "personalità":

"Alla prima difficoltà, la squadra va sotto e fatica a riemergere. E quando lo fa, spesso con scatti nervosi come nel finale derby. In generale, l’area sportiva non ha tratto serenità dalle ultime settimane di mercato: l’ambiente è in ansia nel vedere lì appollaiato sul trespolo il Psg, che minaccia di portarsi via a zero Skriniar a suon di milioni in estate. E non ha dato stabilità neanche il surreale balletto Acerbi sì-Acerbi no con diktat di Zhang e poi dietrofront. Nessuno, però, vuole che diventi un alibi per i giocatori e staff, tutti chiamati a reagire nel momento opportuno".

Ma c'è anche un'altra parolina che ronzava nell’aria ieri nel centro di Appiano, utilizzata dai dirigenti, in soccorso strategico dopo il ko nel derby:

"Di “umiltà” si è parlato molto, nel profondo, perché quella è la dote principale di ogni squadra vincente: l’Inter ne possedeva dosi massicce, ma dove sia finita adesso nessuno lo sa. Ed è il problema dei problemi. L’Inter presentatasi al derby ha peccato davvero di umiltà: ha deluso nella concentrazione, nel coraggio, nelle motivazioni e chi doveva trascinare non lo ha fatto. Soprattutto i big, la colonna vertebrale di Simone finita di colpo sotto esame".

Il ritorno di Lukaku doveva aggiungere carisma alla squadra nerazzurra e l'assenza del belga per infortunio si è rivelata pesantissima. Romelu, ma non solo:

"La leadership di Perisic era, invece, più tecnica e lì a sinistra l’addio ha creato una voragine che nessuno sembra poter riempire. Sul tema del carisma, però, il corteggiatissimo Skriniar era sempre stato una garanzia: capitano senza fascia, prima di marcatore feroce. L’ultimo mese e mezzo, vissuto con la testa un po’ a Parigi e un po’ a Milano, però non ha aiutato Milan: il suo rinnovo rischia di diventare argomento bollente dell’autunno, ma a lui il compito di isolarsi e tornare alle sue altezze. E magari trascinare i compagni in disarmo: De Vrij, che ha l’incubo Giroud riapparso a rovinargli le notti, e Bastoni, che ha iniziato con il freno l’anno in cui avrebbe dovuto accelerare.

Inzaghi lo aveva trasformato nel primo “volante” offensivo e adesso, oltre a non traghettare più la palla davanti, è improvvisamente distratto dietro, come nella sgasata di Leao sul 3-1. In questo contesto, il neoarrivato Acerbi potrebbe avere presto minuti. A completare il reparto più nel mirino capitan Handa, che non ha sbagliato ma neanche “salvato” col Diavolo: un gioco di moda ieri sui social, sempre spietati con lo sloveno, era immaginare il risultato del derby a portieri invertiti" conclude la 'Rosea'.